Se una burocrazia elefantiaca schiaccia le imprese siciliane - QdS

Se una burocrazia elefantiaca schiaccia le imprese siciliane

Vincenza Grimaudo

Se una burocrazia elefantiaca schiaccia le imprese siciliane

giovedì 18 Novembre 2010

I debiti superano i 4 miliardi di euro. Una nuova direttiva Ue impone una svolta decisiva. Pagamenti della Pa in enorme ritardo: si può arrivare anche a due anni

PALERMO – Regione ed enti locali della Sicilia sembrano decisamente impreparati per la direttiva dell’Unione europea sulla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Un provvedimento che dovrebbe segnare una svolta nella certezza dei pagamenti sulle prestazioni e sui servizi svolti dalle imprese, in particolare nei rapporti con la Pubblica amministrazione.
In realtà come quella siciliana il rischio del mancato pagamento entro i termini (trenta giorni e sessanta per la sanità) appare assolutamente verosimile con l’automatica conseguenza dell’obbligo di pagare automaticamente interessi di mora dell’8 per cento maggiorati del tasso di riferimento Bce.
Nel 2009 gli indebitamenti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese siciliane sono saliti ancora: “Arrivano a quattro miliardi e mezzo di euro” rivela una ricerca di Astrid, fondazione per le ricerche nelle pubbliche amministrazioni. La Sicilia è una di quelle regioni che sta peggio in Italia e anche nel panorama europeo: in proporzione ha uno dei debiti più alti e ha in assoluto i ritardi più sostanziosi che arrivano a toccare, sempre secondo lo studio di Astrid, anche i due anni come punta massima. Ecco perché la Regione, così come un po’ tutti gli enti locali, hanno la necessità di rivedere questo sistema per evitare il tracollo finanziario.
Se il debito dovesse restare quello appurato dalla ricerca Astrid, in questo momento in Sicilia le Pa a tutti i livelli dovrebbero corrispondere qualcosa come 400 milioni di euro l’anno di interessi.
I disastri, proprio nei ritardi della Pa per il pagamento delle forniture, vengono confermate su tutti i fronti. L’istituto Tagliacarne parla di fatturato delle imprese che per quasi la metà si regge in piedi proprio grazie agli stanziamenti della Pa.
“Il 45 per cento del fatturato delle aziende siciliane – attesta la Camera di commercio di Caltanissetta – scaturisce da crediti verso la Pubblica amministrazione, la quale non pagando mette in crisi il sistema delle imprese”.
Sul versante creditizio, su 24 miliardi di euro di crediti erogati in Sicilia alle imprese, ben il 70 per cento – asserisce l’istituto Tagliacarne – va alle aziende con più di 20 addetti.
La Fondazione Astrid ha offerto uno spaccato della situazione assolutamente aggiornato ai nostri giorni: “I giorni medi di ritardo oltre i termini previsti dal contratto tra le parti o, in assenza, dalla Direttiva 2000/35/Ce che impone i 30 giorni sono oltre 100 in ambito nazionale. Ma il ritardo dei pagamenti delle Pubbliche amministrazioni subisce gravissime accelerazioni in Sicilia, dove ci sono punte di ritardi di due anni e che in media si aggirano sui 400 giorni, quindi 370 giorni in più rispetto a quanto dice la stessa direttiva”.
Dietro l’angolo ci sono moltissime insidie rispetto a questa fenomenologia: tra queste, l’obbligo di onorare il Patto di stabilità e una vera e propria rivoluzione per i conti pubblici, il federalismo fiscale.
Chi sta peggio di tutti in Sicilia, tanto per cambiare, è sicuramente la sanità. Confindustria lo scorso anno aveva stimato che nel 2008 i debiti delle aziende sanitarie verso le imprese di servizi siciliane arrivavano a circa 400 milioni di euro. La ricerca Astrid invece sostiene che le cose stanno molto peggio, o forse sono precipitate semplicemente in un anno: da queste parti si parla di un debito che arriva a ben 800 milioni.
 


L’assessore Armao. Apposito fondo per gli interessi
 
PALERMO – La Regione non sta con le mani. Lo garantisce l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, che sulla questione dei ritardi nei pagamenti della Pa anticipa come il Governo stia “verificando la possibilità di costituire un fondo specifico in cui inserire i soldi per gli interessi dovuti alle imprese. Questa sarà certamente una delle misure che saranno inserite nella prossima Finanziaria”.
Sulla possibilità di estinguere tutti i debiti contratti dalla Regione in questi anni, attraverso degli appositi Piani di rientro da concordare con i fornitori ci sono invece poche certezze: “Dobbiamo anzitutto analizzare con certezza – sottolinea Armao – quali e quanti sono questi debiti. Dopodiché, siccome la questione è delicata, dovremo affrontare tutto attraverso l’organizzazione di una conferenza Stato-Regione-Enti locali”. L’intenzione è arrivare a estinguere il debito per arrivare a pagare il corrente entro i termini previsti dall’Ue, ma la strada è ancora lunga.

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