Il ministero dell’Ambiente intima la soglia dei 50 metri sotto il livello del mare, l’Eni vuole realizzarla a 20 m. “Limitare l’inquinamento da falda è sacrosanto, ma occorre pensare al resto”
GELA – “È assurdo che il ministero dell’Ambiente neghi le autorizzazioni agli investimenti dell’Eni per un disaccordo di misure sulle dimensioni della barriera bentonitica, dimenticando che è indispensabile realizzare la copertura del parco coke che si disperde nell’aria finendo nei polmoni della gente e dimenticando la realizzazione dell’impianto di desolforizzazione”.
Dopo l’impegno elettorale, il sindaco di Gela Rosario Crocetta scende in campo e si reca a Roma per incontrare i funzionari del ministero dell’Ambiente a cui ha chiesto un incontro ufficiale che si terrà fra una decina di giorni. “Che il ministero insista sulla limitazione dell’inquinamento delle falde è sacrosanto – continua Crocetta – ma non per questo si deve pagare un prezzo alto su tutti i fronti e quindi anche su quello dell’atmosfera che per questa differenza di vedute non può subire un vero intervento risolutivo per le immissioni di sostanze inquinanti”.
Una vertenza che si apre su vari fronti quella sulla questione Eni a Gela e che adesso non può più essere rimandata perché perdere investimenti per 300 milioni di euro a costo della salute della gente, del lavoro e dell’economia del territorio non può essere ormai accettato dall’amministrazione dai sindacati e dai cittadini tutti.
L’urgenza della vertenza nasce dall’incontro deludente che ha avuto luogo a Roma fra le organizzazioni sindacali Cgil Cisl e Uil dei chimici e dei metalmeccanici e la Divisione repaining e marketing dell’Eni, qualche giorno fa. I rappresentanti sindacali erano andati con tante speranze nel cassetto ed invece è stato presentato loro il piano industriale degli investimenti 2009 -2012 dell’Eni nel quale rientra anche il sito industriale di Gela, per come lo conoscevano già dopo avere appreso la notizia dei tagli sugli investimenti. “Nessuna notizia confortante – annuncia Silvio Ruggeri, segretario provinciale della Uil – la realizzazione dell’impianto turbogas è stata sospesa, mente quella relativa allo ‘steram repaning’ giace ancora fra i progetti. Tutto come previsto nel piano di investimenti di 250 milioni di euro che hanno subito un decurtamento significativo dopochè la dirigenza della Raffineria per due anni ha parlato di 550 milioni di euro per un ammodernamento significativo dello stabilimento”.
I sindacati hanno deciso la data per la giornata di sciopero annunciata, che si terrà il 24 giugno sul piano nazionale. “Lo sciopero si terrà su due fronti – dice Alessandro Piva, segretario provinciale della Cgil – quello dell’Eni e quello del Governo che continua a negare le autorizzazioni”. “Una notizia confortante – sottolinea Emanuele Gallo segretario provinciale della Cisl – è che il nostro sito industriale è considerato ancora strategico mentre si parla di chiusura per quello di Livorno e si sono problemi per Marghera”.
La direzione del petrolchimico di Gela conferma gli investimenti per i quali il ministero dell’Industria ha rilasciato le autorizzazioni: “Entro poche settimane – ha detto l’amministratore delegato Battista Grosso – comincerà la costruzione di una delle caldaie della centrale elettrica prevista nel piano degli investimenti. Gli incontri continuano nella speranza di trovare un accordo di massima”. In questo rientra anche la realizzazione della barriera bentonitica sulla quale le due parti si sono scontrate finora sul numero di metri da interrare sotto il livello del mare, 20 per l’Eni e 50 per il ministero.