Credito alle imprese sempre più stretto, così i Confidi diventano determinanti - QdS

Credito alle imprese sempre più stretto, così i Confidi diventano determinanti

Agostino Laudani

Credito alle imprese sempre più stretto, così i Confidi diventano determinanti

sabato 20 Novembre 2010

Le banche chiedono garanzie efficaci e qualificanti, le aziende devono dimostrare la propria affidabilità. Seby Costanzo, ad Fidimpresa Confidi di Sicilia: “Supporto fondamentale in un momento di crisi”

CATANIA – Un migliaio di imprese coinvolte e quasi 300 milioni di finanziamenti attivi: sono i numeri di “Fidimpresa Confidi di Sicilia”, che svolge un’attività multisettoriale rivolta a tutte le partite Iva nelle province di Catania, Enna, Ragusa e Siracusa. “Un fondamentale supporto al superamento della crisi finanziaria di molte imprese – osserva l’amministratore delegato Seby Costanzo – che diversamente avrebbero avuto molti più problemi a resistere, in questo pesantissimo momento storico”.
Dottor Costanzo, qual è il ruolo dei Consorzi Fidi a servizio del sistema imprenditoriale siciliano?
“Il ruolo dei Confidi è determinante, non solo in Sicilia ma particolarmente in Sicilia, nella misura in cui la restrizione del credito ormai consolidata è frutto anche della difficoltà a raccogliere garanzie efficaci e qualificanti, di cui le banche necessitano e ricercano con sempre maggiore determinazione. I Confidi, specie se guidati dagli stessi imprenditori che conoscono a fondo le problematiche delle imprese ed il tessuto imprenditoriale locale, garantiscono non solo con il loro patrimonio, elemento essenziale per ottenere la massima credibilità dal sistema bancario, ma, soprattutto, con la conoscenza e la valutazione dei parametri di affidabilità che vanno oltre queli patrimoniali: mi riferisco alla organizzazione delle imprese, alla reputazione degli imprenditori, alla gestione della impresa nel suo assieme”.
A che punto è l’autorizzazione come Confidi 107 (ex art. 107 Tub), e quali vantaggi porterà?
“Nel corso del 2010 è stata ultimata la lunga preparazione organizzativa per evolverci in intermediario vigilato da Banca d’Italia (ex art. 107) e , conclusa l’istruttoria, l’organo vigilante dovrebbe sancire il passaggio ufficiale con l’inizio del 2011. Questa evoluzione, oltre che ad un sistema molto più strutturato e controllato per la concessione di garanzie consentirà alle imprese di offrire garanzie di primo livello, quindi compatibili con le regole di Basilea, e adeguate a spuntare migliori condizioni bancarie e migliore accesso al credito. Inoltre, saranno offerti servizi finanziari di livello più evoluto, per garanzie anche di altra natura alle stesse imprese, e consulenze finanziarie finalizzate alla migliore gestione aziendale, elemento fondamentale per affrontare le mutazioni del mercato con strumenti finanziari più adeguati”.
 

 
Il ruolo di facilitatore dei Consorzi
“In altre regioni d’Italia una cultura più avanzata”
 
CATANIA – Un’Italia a due velocità anche in materia di consorzi fidi. Con una Sicilia che arranca. L’ad di Fidimpresa, Costanzo, non nega queste differenze territoriali ma sostiene che il prossimo accreditamento dei Confidi come intermediari vigilati da Bankitalia sarà una buona occasione di riscatto. 
Quali difficoltà si incontrano rispetto ai Consorzi che operano in altre regioni?

“Rispetto ai Consorzi che operano in altre Regioni d’Italia non ci sono sostanziali differenze, salvo una cultura generale più avanzata ed il riconoscimento del ruolo di facilitatore che, di norma, banche e istituzioni offrono diversamente da quanto avviene in Sicilia. è prassi, per esempio nel Veneto, in Piemonte, in Lombardia, nel Lazio ecc. che banche, Camere di Commercio e Regioni partecipino al capitale dei Consorzi fidi più accreditati rafforzandone il patrimonio direttamente, mentre in Sicilia non si riesce a far superare la logica del contributo a vantaggio della consistenza di patrimoni in grado di sostenere le imprese attraverso Consorzi il cui scopo mutualistico sia la vera missione. Inoltre, per quanto la Sicilia sia stata all’avanguardia nel processo di unificazione di piccoli Consorzi, grazie alle fusioni operate da noi e da Unifidi tra i primi in Italia, le concentrazioni si stanno perseguendo ancora al Nord Italia, mentre si sono bloccate in Sicilia.
Come si possono superare queste disparità?
“Probabilmente il consolidamento dei cinque soggetti che si sono evoluti in intermediari vigilati offrirà ulteriori momenti di innovazione in tal senso”.

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