Istruzione-formazione, il piano non convince - QdS

Istruzione-formazione, il piano non convince

Dario Raffaele e Michele Giuliano

Istruzione-formazione, il piano non convince

martedì 30 Novembre 2010

I sindacati parlano di riduzioni dei corsi che in alcuni casi toccano anche il 50%. Centorrino parla “situazione poco trasparente”. Un istituto di Palermo “arruola” 600 iscritti ma il primo giorno di scuola si presentano in 300

PALERMO – Non convince il piano dell’Oif 2010-2011, l’obbligo di istruzione e formazione. I sindacati continuano ad essere sul piede di guerra perché anzitutto risultano molti i corsi in meno rispetto allo scorso anno. In tutto questo si intravede il serio pericolo che il sistema dell’Oif, che attraverso dei percorsi triennali prepara al mondo del lavoro il giovane che ha deciso dopo il diploma di licenza media di interrompere gli studi, possa penalizzare chi ne vuole sfruttare le potenzialità così come è stato strutturato quest’anno.
I sindacati registrano intanto che l’Assessore Centorrino ha firmato il decreto che approva il piano 2010/2011 ed il nuovo corso dei percorsi di istruzione e formazione professionale a norma dell’articolo 27, comma 2, del decreto legislativo 17 ottobre 2005, numero 226.
“Il numero dei corsi inseriti nel piano – rileva in un documento al Uil Scuola Sicilia – è però notevolmente inferiore a quello degli anni precedenti. La riduzione del numero dei corsi, in alcuni casi si attesta al 50 per cento”.
Il sindacato soprattutto si chiede il perché di questa sorta di involuzione dell’Oif che rischia seriamente di uscirne penalizzato e soprattutto di penalizzare chi tra i giovani, e sono tanti, scelgono di fermarsi al diploma di scuola media per cercare una collocazione nel mercato del lavoro. Quasi certamente questo stato di cose porterà gli enti di formazione ad avanzare dei ricorsi e ovviamente questo a scapito dei ritardi dell’avvio dei percorsi.
A detta dello stesso assessorato, pare che la riduzione dei corsi sia imputabile al minor numero di corsisti intenzionati a seguire in Sicilia questi percorsi. Ma la Uil continua ancora a definire poco credibile questa giustificazione: “Qualche settimana fa – continua la nota del sindacato – avevamo avvertito gli uffici di diretta collaborazione dell’assessore che ulteriori ritardi nell’adozione del decreto avrebbero favorito la richiesta di nulla-osta da parte delle famiglie degli allievi preoccupati per il mancato avvio delle attività formative. Certamente i ritardi accumulati hanno determinato qualche fuga ma non è pensabile che abbiano determinato una simile emorragia. I conti non tornano a giudicare dai commenti di alcuni lavoratori che lavorano nella filiera dell’Oif. Forse qualcuno non è corretto sino in fondo? Attendiamo di conoscere nei dettagli gli eventuali ricorsi degli Enti di formazione e poi faremo il punto della situazione tirando le somme”.
Intanto l’assessore Centorrino, nel corso di un convegno sulla scuola organizzato dal Pd Sicilia, ha mostrato diverse perplessità sul sitema dell’Oif: “Mi sono accorto che la situazione è poco trasparente. Ci giungono notizie di allievi reclutati dagli enti solo per far partire i corsi di formazione e quindi attingere ai fondi previsti. Stiamo verificando la notizia (ci sono accertamenti in corso) di un Istituto di palermo che aveva raccolto 600 iscrizioni prima della partenza dei corsi, ma il primo giorno di scuola ha visto presentarsi solo 300 studenti”.
Un sistema dunque da rivedere e controllare per evitare l’ennesimo spreco.
 


Tante perplessità sull’iter di avvio
 
Tante polemiche stanno caratterizzando l’avvio dei corsi di istruzione e formazione da parte della Regione. I sindacati hanno già espresso più di una perplessità rispetto al modo di gestire l’apparato da parte del governo siciliano. Proprio in questi giorni infatti l’assessore alla Formazione, Mario Centorrino, ha nominato in qualità di nuovo dirigente del Dipartimento Gesualdo Campo, il quale ha preso il posto di un altro dirigente che qualche tempo fa sempre nominato a interim, e cioè Felice Bonanno. Una scelta, quella di nominare dirigenti ad interim, che alle organizzazioni sindacali non piace. Essere dirigenti ad interim infatti presuppone il fatto che ci si debba dividere con la gestione di altri dipartimento. Non essere quindi dedicato esclusivamente ad un preciso e tra l’altro delicato settore in questo momento, quel è quello della formazione professionale, potrebbe portare a seri rallentamenti dell’attività. Un “lusso” che la Sicilia non può prendersi.

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