Professioni mediche, proliferano gli abusivi - QdS

Professioni mediche, proliferano gli abusivi

Professioni mediche, proliferano gli abusivi

mercoledì 01 Dicembre 2010

Un fenomeno in costante aumento specie nel campo odontoiatrico e le norme sono obsolete e poco incisive. Nei primi sei mesi del 2010 sono già state sequestrate dai Nas 274 strutture illegali

PALERMO – L’esercizio abusivo della professione sta diventando un vizietto dilagante in Sicilia. Lo possono attestare i carabinieri del Nas che nei primi 6 mesi di quest’anno hanno avuto modo di poter constatare come questo tipo di reati siano raddoppiati rispetto allo scorso anno e non certo in proporzione al maggior numero di controlli. Ernesto Di Gregorio, Tenente Colonnello dei Nas dell’Italia Meridionale, ha presentato l’attività dei Nas a tutela della salute pubblica dei cittadini. Nel primo semestre del 2010 sono state 723 le ispezioni, 456 le segnalazioni, 356 i reati contemplati dall’articolo 348 e ben 274 sequestri di strutture.
Numeri assolutamente ingigantiti rispetto all’intera attività posta in essere nell’arco dell’intero anno scorso quando le ispezioni furono 1.219, e “appena” 356 i reati dell’articolo 348. Ciò significa che a fronte di un aumento dei controlli di appena il 20 per cento, i reati invece sono raddoppiati. E’ proprio l’articolo 348 a fare discutere oggi, quello che in pratica regola il reato di “prestanomismo”, cioè colui che non avendo i titoli svolge una determinata mansione per conto del datore di lavoro che invece ha i titoli.
“Ci sono delle evidenti difficoltà – ha detto il Colonnello Di Gregorio – di prendere l’abusivo in flagranza di reato per un reato previsto da un articolo 348 pensato più per salvaguardare i notai dall’abuso che esercitavano gli avvocati nei loro confronti”. Una norma quindi definita obsoleta e di cui si è discusso presso l’aula magna “Maurizio Ascoli” del Policlinico Paolo Giaccone di Palermo nel corso del convegno organizzato dall’Andi (l’associazione nazionale dentisti italiani) dal titolo “Libere professioni ed abusivismo sanitario”.
Il problema dell’esercizio abusivo infatti riguarda in particolar modo il mondo sanitario e più specificatamente il comparto odontoiatrico. Spesso al dentista si sostituisce l’odontotecnico. Ed è questo il reato più diffuso. “Serve un inasprimento delle pene per l’esercizio abusivo delle libere professioni, – dice Emanuele Cusimano, Segretario sindacale dell’Andi Palermo – ponendo l’attenzione sul fatto che il mondo odontoiatrico  è un osservato speciale da parte dei Nas mentre sul fenomeno “abusivismo” la politica deve fare la sua parte, con una maggiore attenzione verso chi vende attrezzature ai non dentisti”. “L’articolo 348 del codice penale – ha sottolineato Maria Teresa Covatta, della Corte di Appello di Roma – è una norma antica con pena bassa, ma allo stesso tempo una norma penale in bianco perché con il mutare delle funzioni delle professioni è possibile un adeguamento delle pene”.
Il problema reale sembra essere proprio questo, e cioè proprio la difficoltà normativa in cui si è costretti ad agire: “Richiedo comunque per la specificità dell’odontoiatria – ha tenuto a precisare Salvatore Amato, presidente dell’Ordine dei Medici di Palermo – se può ancora considerarsi professione intellettuale o come attività d’impresa, ritenendo però che il fenomeno dell’abusivismo va inquadrato in stretta correlazione con quello del prestanomismo”.
 

 
In discussione alla Camera la disciplina delle professioni sanitarie
 
Il deputato alla Camera Giuseppe Marinello ha evidenziato comunque che l’esercizio abusivo non riguarda solo l’odontoiatria, mentre è in discussione alla Camera dei Deputati la disciplina delle professioni sanitarie: “Esiste il pericolo – ha sottolineato – che potrebbero inserirsi nuove figure sanitarie. In riferimento all’articolo 348 è necessario un inasprimento della pena da un minimo di 10 a un massimo di 51.000 euro e, se reiterato, la cancellazione dall’Ordine”. Secondo il Presidente siciliano della Cna-Sno, Giuseppe La Vecchia, le cose non stanno così: “In realtà, secondo i dati dei Nas, il fenomeno riguarda dell’abusivismo e  conseguentemente del prestanomismo riguarda solo alcune centinaia di casi, dimensione numerica certamente preoccupante ma assolutamente incomparabile con quanto periodicamente viene denunciato da certi ambienti, più preoccupati di conseguire da queste denunce “bonus” da spendere nel confronto interno al mondo odontoiatrico. Peraltro, un grande contributo alla campagna di criminalizzazione della categoria degli odontotecnici, spacciata per lotta all’abusivismo, arriva dai mass media”.

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