Etilometro nei locali pubblici, la Sicilia stenta ad adeguarsi - QdS

Etilometro nei locali pubblici, la Sicilia stenta ad adeguarsi

Sebastiano Ambra

Etilometro nei locali pubblici, la Sicilia stenta ad adeguarsi

venerdì 03 Dicembre 2010

Gli esercizi associati alla Fiepet-Confesercenti stanno trovando difficoltà a reperire lo strumento. Perplessità anche sull’utilità della norma che dovrebbe limitare gli incidenti da sbornia

CATANIA – La scena è curiosa. La farmacista entra come tutti i giorni al bar, ordina tre caffè normali, uno lungo e uno macchiato da portare via, paga e si avvicina al bancone. Quando è al bancone la scena cambia: è il barista a ordinare. Alla cassa ci stava il socio, e lui, proprietario di questo bar di Aci Trezza, generalmente pensa a servire paste, caffè e quant’altro. Alla farmacista chiede un etilometro, e fa presente che è urgente: “Non so dove trovarlo – dice. Ho cercato un po’, ma niente”. La farmacista, per nulla sorpresa, risponde: “Sì, vediamo… Probabilmente passerà qualche giorno perché si deve ordinare…”. Salvatore, a tratti avvolto dai fumi leggeri che sbuffano dalla macchina intenta a creare la crema di latte per i suoi cappuccini, spiega a noi che in effetti è difficile trovarlo, che la cosa si sta facendo complicata, e le sue parole trovano conferma in quelle di Salvo Politino, Direttore di Confesercenti Catania, che tiene a precisare come gli esercizi associati alla Fiepet-Confesercenti stanno trovando difficoltà a reperire (e acquistare, il che non è cosa da niente) questi etilometri.
“Bisogna tenere conto di eventuali, possibili disguidi da rodaggio”, sottolinea Politino, che poi fa presene come già una settimana fa abbia chiesto che “non si parta subito con una caccia alle streghe, in modo da poter avere i primi giorni per completare l’aspetto informativo, permettere alle aziende di mettersi in regola e valutare bene le scelte in merito alla dotazione dei prodotti previsti per legge”.
Al di là dell’aspetto – per così dire – burocratico della faccenda, appare discutibile, almeno secondo Salvatore e un gran numero di gestori di locali, la logica stessa della decisione che vede coinvolti gli esercenti: “Va bene, noi lo teniamo all’uscita del locale, ma anche quando qualcuno facesse il test e trovasse un solo bicchiere in più rispetto al limite legale? Io non so in che percentuale la gente decida di non mettersi alla guida, e non so neanche in che percentuale verrà usato seriamente…”.
Già, il discorso della responsabilità va ben oltre la macchina in sé. Perché l’utilizzo in qualità di deterrente da notte brava sarà davvero difficile per i consumatori della Catania da bere. Insomma: lasciarsi intimidire da una macchina che non abbia dietro un agente pronto a demolire la patente purtroppo appare difficile.
Al bar si crea un capannello di gente che commenta il fatto, e a quanto pare a nessuno appare un’idea così vincente quella dell’istallazione dell’etilometro. Un signore spiega come abbia sentito dire alla sera dai ragazzi stessi che questa storia è tutta da ridere. “Un ubriaco che vuole giocare con gli amici a soffiare dentro la macchina non diventerà improvvisamente sobrio per decidere saggiamente di rigare dritto”, è la logica di una signora di passaggio. A questi giudizi molto critici si somma quello più pesante di un altro gestore che dice “non lo capisco proprio: ogni provvedimento mirato a garantire la sicurezza stradale coinvolge i titolari di pubblici esercizi”.
La Federazione Italiana Pubblici Esercizi, in ogni caso, parla di “passaggio di responsabilità sociale” che ha visto in prima linea gli esercenti: bisogna vedere, a conti fatti, se gli irresponsabili veri ci staranno ad autoregolarsi.
 

 
Le sanzioni previste per i trasgressori
 
CATANIA – Da 300 a 1.200 euro. Questa l’entità della multa che rischiano di farsi affibbiare i gestori dei locali. Il provvedimento è stato introdotto dal nuovo codice della strada e interessa bar, ristoranti, pub, pizzerie, osterie, agriturismi, discoteche e alberghi: chi rimane aperto anche dopo la mezzanotte deve dotarsi, all’uscita, di un apparecchio di rilevazione del tasso alcolemico per i clienti che vogliono conoscere il proprio stato di idoneità alla guida (chiaramente sono escluse le strutture ricettive che non somministrano bevande e alimenti). In merito alla guida la legge parla chiaro: per potersi mettere al volante dopo aver bevuto il limite è di 0,5 grammi per litro di tasso alcolemico. Chiaramente i livelli di alcolemia possono essere diversi: ci sono variabili per il sesso, oltre che per età, massa corporea, assunzione o meno di cibo, presenza di malattie o di specifiche condizioni psico-fisiche, nonché assunzione di farmaci di uso comune. Insomma: le variabili per chi beve sono diverse, e le sanzioni, come nel caso dei gestori dei locali, variano da 300 a 1.200 euro (oltre al ritiro della patente e, nel caso in cui si supera il livello di 1,5, la confisca dell’auto). Solo che per gli esercenti non esistono variabili.

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