Per dirla in soldoni, questi due importanti documenti fanno la guerra alla carta, argomento simbolico. Se la carta viene cancellata totalmente dall’uso quotidiano dei burocrati, vuol dire che è stata sostituita dai files con risparmi di molti milioni di euro, col dimezzamento dei tempi delle procedure e l’attivazione di controlli efficaci, perché tutti i percorsi telematici sono riscontrabili, secondo per secondo.
Sono trascorsi oltre sei mesi e della realizzazione del Piano industriale non c’è traccia, salvo modeste iniziative dei singoli dirigenti. La società partecipata regionale Sicilia e servizi Spa procede con molta lentezza a dotare tutti gli uffici di pc e software in rete. L’assessore al Bilancio Michele Cimino, nostro amico, ha il dovere di pressare sulla stessa società, di cui ha la responsabilità politica, affinchè attui la missione nei tempi previsti e, per farlo, deve pubblicare sul sito del suo assessorato il cronoprogramma, in modo che siano chiari ai siciliani gli step di attuazione. è ora di finirla col considerare il tempo una variabile indipendente.
Nell’inchiesta pubblicata a pagina dieci di oggi, i dettagli di questa rivoluzione e anche i colpevoli ritardi di questa elefantiaca macchina regionale che, per tutelare se stessa, impedisce l’innovazione. Impiegati e burocrati infatti temono fortemente l’innovazione e l’informatica, perché, come scrivevamo prima, rimane tutto nel tracciato e quindi le attività sono controllabili sia in tempo reale che a posteriori.
Tuttavia il progresso non si può fermare. L’assessore alla Presidenza, Gaetano Armao, nostro amico e valido giurista, deve proseguire migliorando l’azione di Giovanni Ilarda, il quale non ha avuto il tempo di svilupparla come si deve. Qui ed ora deve prevalere l’interesse generale, che è quello di modernizzare in mesi e non in anni tutta la Regione. Diversamente qualunque iniziativa si imbuca nella fogna delle carte, crea odori nauseanti di cadaveri e muore nei meandri delle stanze vuote di tanti burocrati, che percepiscono sicuramente stipendi e premi ma del cui fatturato nessuno sa niente.
Per contro, vi sono bravissimi burocrati e dipendenti che vanno valorizzati e a cui affidare ulteriore responsabilità, chiedendo loro il conto, mese per mese, e premiandoli man mano che raggiungono risultati.
Il Presidente dei siciliani, Raffaele Lombardo, deve procedere al totale cambiamento dei tempi e dei modi. Lo deve fare in fretta magari attingendo alle persone di cui si fida a condizione, però, che siano professionisti di alto livello: prima la qualità e poi la fedeltà. Se invertirà i due fattori, il suo progetto fallirà perché i suoi nemici non vedono l’ora di coglierlo in fallo.