Scuola ingolfata dal personale - QdS

Scuola ingolfata dal personale

Scuola ingolfata dal personale

sabato 11 Dicembre 2010

Istruzione. La scure della l. 133/08 si abbatte sulle scuole.
Crescita. Dal 1951 al 1978 è triplicato il numero degli insegnanti passando da 240 a 732 mila. In seguito, nonostante la contrazione degli studenti, i docenti hanno continuato a crescere. Oggi sono quasi 1 milione.
Fondi disponibili. La scuola pubblica siciliana conta su uno stanziamento statale di 3,83 miliardi: negli ultimi 2 anni sono stati “erosi” 500 milioni. Altri 250 saranno decurtati il prossimo anno.

Una scuola ingolfata dal personale (il più basso rapporto docenti/studenti in Europa) e alle prese con i drastici tagli del ministro Gelmini. Quasi il 10 per cento abbondante di fondi in meno nei prossimi tre anni per la scuola pubblica, raddoppiano invece i soldi destinati a quella privata. Un sistema in Sicilia che sta portando ad una distorsione progressiva del mondo scolastico dove pubblico e privato si avvicinano finanziariamente ma non qualitativamente. Il tutto mentre impazza il caso siciliano dei “diplomi facili” nelle scuole private che sono in grado di sfornare più promossi rispetto alle pubbliche. Cosa che puzza di bruciato. Eppure la scuola pubblica siciliana sembra avvicinarsi al tracollo: per le 1.186 strutture esistenti si parla di tagli spaventosi per il 2011 in base alla legge statale 133/08.
 
Il che si traduce nella riduzione del personale con il taglio di 5.000 insegnati e ben 103 posti vacanti per il ruolo di dirigenti scolastici. Questo significa che un preside su 5 è chiamato a fare da “reggente” in un altro istituto scoperto. “Negli ultimi cinque anni la scuola siciliana ha perso circa 11.000 posti di lavoro – rileva il deputato regionale Baldo Gucciardi – di cui 7.260 circa solo nel 2009”.
Eppure la scuola italiana resta quella con il più basso rapporto tra docenti e studenti nell’area Ocse (secondo uno studio della Fondazione Agnelli).
Il fabbisogno d’insegnanti dipende da diversi fattori, il più importante dei quali è il numero di studenti iscritti. Nell’ultimo mezzo secolo le dimensioni della popolazione studentesca italiana sono molto cambiate. Dai circa 5 milioni di allievi che frequentavano la scuola statale nell’anno scolastico 1951-52 (quattro quinti dei quali iscritti alla scuola elementare) si è passati ai 7 milioni e mezzo del 2000 (con punte di 9 milioni di studenti a fine anni ‘80), con un trend oggi in costante crescita per la più folta presenza sui banchi di scuola dei figli degli immigrati.
Com’è cambiato nel frattempo il numero degli insegnanti nella scuola statale? Dal 1951 al 1978 è triplicato, passando da 240.000 a 732.000. In seguito, nonostante la contrazione della popolazione studentesca, gli insegnanti hanno continuato a crescere, arrivando a sfiorare le 900.000 unità all’inizio degli anni Novanta e attestandosi negli anni più recenti intorno a quota 850.000.
Ma gli insegnanti della scuola italian sono tanti o pochi? Per rispondere a questa domanda si può fare riferimento al numero di studenti per docente. Il rapporto studenti/insegnanti per l’intera scuola statale italiana è oggi prossimo a 11, al netto dei posti di sostegno: uno tra i più bassi dell’area Ocse (laddove Francia e Regno unito hanno un rapporto di un insegnante per 20 alunni). Questo spinge a dire anche al papabile nuovo direttore dell’ufficio scolastico regionale che dei tagli sono necessari quanto dolorosi (vedi intervista in pagina, ndr).
A fare da contraltare a questa situazione la scuola privata: in Sicilia ci sono 891 strutture di questo tipo e già ad oggi incassano contributi dallo Stato per 19 milioni di euro. In base al maxiemendamento approvato alla Camera questi soldi quasi raddoppieranno arrivando a circa 36,5 milioni.
A tal proposito è stato chiaro l’assessore regionale all’Istruzione Mario Centorrino sostenendo (durante un convegno sulla scuola organizzato dal Pd) che “tagliando sulla scuola pubblica e aumentando i fondi alla scuola privata, viene meno la funzione di ascensore sociale di questa istituzione.  La manovra ha dietro un chiaro disegno politico che è quello di far formare la futura classe dirigente secondo quelli che sono i dettami del capitalismo, mantenendo quindi lo status quo e non consentendo alle classi meno abbienti una escalation ai vertici decisionali”.
La scuola pubblica siciliana oggi si fonda su uno stanziamento dallo Stato di 3.830.000.000: negli ultimi 2 anni sono stati “erosi” 500.000.000. Altri 250.000.000 saranno decurtati il prossimo anno, quindi si passerà ad uno stanziamento di 3.580.000.000. Fondi pari al 9,5 per cento dell’intero finanziamento che lo Stato garantisce alle scuole pubbliche in tutta Italia (poco più di 40 miliardi).
Nonostante ciò le scuole pubbliche siciliane riescono a garantire un’eccelsa preparazione ai loro studenti. Un esempio su tutti è il dato statistico di chi ha conquistato il diploma nell’anno 2009-2010 con il massimo dei voti, quindi con 100 e lode. Proprio in Sicilia si registra uno dei numeri più alti di giovani preparati: ne sono stati sfornati, secondo il Miur, ben 408, cioè il 9,9 per cento del totale dei cento e lode licenziati quest’anno. Regioni del Nord e del Centro sono surclassate nettamente (dietro ci sono Emilia Romagna con l’8,2 per cento e il Lazio con l’8,1).
Al privato di questi punteggi non se ne vede quasi per niente l’ombra, però c’è un trend di promossi alla maturità impressionante, in grado di superare il pubblico: si parla di un tasso, secondo quanto rende noto il Miur, che è arrivato nell’ultimo anno concluso all’98,2 per cento contro il 96,7 per cento del pubblico. Che siano più bravi nel privato? I dubbi restano. E li alimentano la raffica di controlli e scandali scoperti in Sicilia dalla finanza sui “diplomifici”. Solo nel 2010 la Guardia di finanza ha chiuso in Sicilia ben 12 istituti privati nelle province di Agrigento, Siracusa, Catania collegati al «Michelangelo» di Gela ed alla sede distaccata di Licata. Secondo quanto risulta al Miur ben il 20 per cento di chi si diploma sceglie una scuola privata in Sicilia: nell’ultimo resoconto sono risultati 11.000 iscritti alle private su 54 mila candidati.

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