Ribadiamo ancora che i dipendenti devono servire per produrre i servizi e il nesso causale fra essi e i servizi medesimi proviene da quel documento fondamentale che è il Piano aziendale, senza del quale nessuna amministrazione è in condizione di determinare funzionalmente la qualità e la tipicità delle figure di dipendenti e dirigenti di cui ha bisogno.
La questione è talmente elementare che solo stupidi e persone in malafede non la vedono. Senza Piano aziendale nessuna amministrazione può funzionare. Abbiamo già proposto al presidente dei siciliani, Raffaele Lombardo, l’iniziativa di un ddl fatto da un articolo unico che preveda appunto l’obbligo di redigere e gestire un Piano aziendale a pena di decadenza degli amministratori o responsabili istituzionali.
Approvato, invece, il provvedimento di legge, i deputati regionali si rendono colpevoli di una enorme iniquità: avere favorito delle persone chiamate all’interno delle amministrazioni locali senza alcuna selezione o senza concorso, probabilmente in base alle raccomandazioni di questo o di quello, e avere ignorato la gran parte dei siciliani disoccupati i quali dovevano essere ammessi a quelle selezioni.
Una odiosa discriminazione fra i privilegiati, perché amici dei politici, e tutti gli altri siciliani disoccupati che non hanno avuto questa fortuna. Chi si è comportato in questo modo si dovrebbe vergognare e, riconoscendo la propria colpa, chiedere scusa ai siciliani discriminati e procedere a delle selezioni per eventuali assunzioni aperte a tutti e non solo ai raccomandati.
Ci auguriamo che in questo caso il Commissario dello Stato, Michele Lepri Gallerano, impugni la norma demagogica e discriminatoria non solo perché viola le leggi nazionali promosse dal ministro Brunetta, che impediscono il rinnovo dei contratti a tempo determinato, ma anche l’assunzione senza concorso.
È noto che tutte le risorse destinate a queste assunzioni clientelari sono sottratte allo sviluppo, che passa attraverso l’immissione di liquidità nel mercato con la costruzione di opere pubbliche e di infrastrutture di cui la Sicilia ha una fame tremenda. è attraverso questo meccanismo che si aprono occasioni di lavoro a decine di migliaia di persone ed è lì che devono andare i precari pubblici e i disoccupati, non inseriti in una macchina amministrativa asfittica, lenta ed elefantiaca che non sa che farsene di persone di gruppo A e B, senza nessuna qualificazione se non il possesso della licenza di terza media.
È questo il comportamento contraddittorio e dequalificante del Governo regionale; anziché migliorare la qualità professionale dei propri dipendenti, ne assume altri senza alcuna qualità professionale. Un vero paradosso antisociale del quale lo stesso Governo si dovrà pentire quando gli verrà chiesto conto e ragione del perché l’economia siciliana degrada ed il Pil siciliano decresca. Chi agisce con miopia per l’oggi sarà penalizzato domani.