Bisogna avere nostalgia del futuro - QdS

Bisogna avere nostalgia del futuro

Carlo Alberto Tregua

Bisogna avere nostalgia del futuro

mercoledì 22 Dicembre 2010
Il futuro arriverà, inesorabilmente. Man mano che viviamo, ogni minuto, noi lasciamo il presente ed entriamo nel futuro. Il passato è di nostra conoscenza, almeno quello che ci riguarda. Sappiamo che cosa ci è accaduto e, se ci siamo informati, anche quello che è accaduto agli altri. Il passato è la storia antica e recente dalla quale dobbiamo trarre insegnamenti, anche se tendiamo a dimenticarla, con la conseguenza che ripetiamo gli errori.
Dato che il futuro non è da noi conosciuto è difficile averne nostalgia, si tratta, infatti, di un ossimoro, ossia di una figura retorica che consiste nell’accostare nella medesima locuzione parole che esprimono concetti contrari. In campo musicale, ricordiamo la famosa canzone di Paolo Limiti, cantata in modo splendido da Mina, “La voce del silenzio”.
Però, se ci pensiamo bene, possiamo avere nostalgia del futuro, intesa come il sogno che esso sia adeguato alle necessità delle persone umane.  L’umanità nel suo complesso ha immensi bisogni, ma solo una parte minore di essa è riuscita nei secoli a trovare un modello sociale ed economico in condizione di soddisfarli.

Infatti, un quarto dei 6,5 miliardi di abitanti della Terra, può considerarsi approdato allo sviluppo; il quaranta per cento (2,5 mld) si considera emergente ed il resto si trova in una condizione di fame. Vi sono organismi internazionali che continuano a chiedere il trasferimento di risorse dai Paesi avanzati a quelli poveri, ma l’egoismo dei primi, al di là di aiuti umanitari di modesta entità, procede ad affamarli ancora di più, prelevando le risorse alimentari e minerarie a prezzi strozzati.
Forse, quando spariranno gli umani dalla faccia della Terra (si dice fra sette miliardi di anni), le macroscopiche differenze fra essi non saranno colmate perché l’egoismo e lo sfruttamento degli altri sono insiti nella natura umana. Solo la sapienza e la buona volontà temprano e, in qualche caso, superano i comportamenti prima indicati. 
Thomas Moore (1779 – 1852), nella sua Utòpia, immagina un mondo nel quale i cittadini non possiedono niente, accumulano il frutto del proprio lavoro in un fondo comune e ad esso attingono per i propri bisogni.

 
Bisogna avere nostalgia del futuro. Nostalgia, una parola che indica desiderio acuto di tornare a vivere in un luogo (vero o immaginario) che è stato soggiorno abituale. Quando la nostalgia assume forma patologica si chiama nostomania. Nostalgia è anche stato d’animo melanconico, causato dal desiderio di chi è lontano o di un ambiente ove si è vissuto.
Nostalgia del futuro è anche il sentimento che spinge a fare di più e meglio, per arrivare ad un punto che si ritiene indispensabile per sentire di aver vissuto in modo pieno. La questione non riguarda solo il sogno o la fantasia, piuttosto la nostra capacità di realizzare il sogno. In questo senso, dobbiamo trovare in noi la forza e la capacità di fare la quadra, cioè mettere insieme tutte le risorse intellettuali, professionali ed umane di cui disponiamo, in modo da perseguire gli obiettivi che ci siamo proposti di raggiungere.
Andare d’accordo con il prossimo non è facile, tuttavia è indispensabile agire insieme perché da soli si conclude poco.

Ciò non toglie che l’individualità vada supportata e sostenuta, perché è sempre da essa che scaturisce l’idea, la cui realizzazione è possibile se viene affidata ad una squadra. L’individualismo spesso corrisponde all’egoismo: quello che va per me, va bene per tutti. Quello che va bene per tutti, non va bene per me.
L’egoismo è insito nella natura umana: lo dimostrano i bambini, anche quelli più piccoli che, appena hanno un bisogno o un desiderio, non ottenendolo si mettono a strillare. Male fanno quei genitori che non sanno distinguere il bisogno vero da uno stimolo egoistico. Già dall’età di tre anni bisogna insegnare ai propri figli che niente è dovuto e che se vogliono qualcosa devono conquistarsela, facendo fatica e affrontando i problemi concernenti la conquista stessa.
Spesso ci troviamo in difficoltà. La strada che ci porta al futuro, minuto per minuto, è irta di ostacoli. Ci sentiamo stanchi. Vorremmo riposare mentalmente e fisicamente e magari non abbiamo la possibilità. Ma dobbiamo farlo lo stesso.

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