Catania - Le omissioni del primo cittadino dietro il finto scudo della privacy - QdS

Catania – Le omissioni del primo cittadino dietro il finto scudo della privacy

Catania – Le omissioni del primo cittadino dietro il finto scudo della privacy

giovedì 13 Gennaio 2011

Stancanelli ha magnificato la propria azione “di risanamento”. Ma non per tutti i crediti sono diminuiti. Resta chiusa nei cassetti del Comune la lista dei pagamenti ai fornitori

CATANIA – “Nel dicembre del 2008 al Comune si discuteva sull’ipotesi dissesto. Oggi, a distanza di due anni, possiamo dire di essere fuori dalla crisi finanziaria. Abbiamo saldato le pendenze pregresse”. Queste le parole con cui il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, ha tracciato un bilancio dell’attività svolta del 2010, ribadendo come nei suoi due anni e mezzo alla guida dell’amministrazione catanese – anche grazie ai 140 milioni di euro generosamente donati dal Governo Berlusconi – l’Ente sia venuto fuori da una situazione finanziaria disastrosa (senz’altro imputabile alla precedente gestione di Umberto Scapagnini) saldando in gran parte i debiti con i fornitori.
La domanda che noi ci poniamo, però, è la seguente: quali fornitori? Ce lo chiediamo perché sappiamo per certo come per qualcuno i crediti vantati nei confronti del Comune siano aumentati, anziché diminuire, nel corso dei due anni e mezzo di amministrazione Stancanelli. Un dato che fa riflettere e stride in modo piuttosto evidente con quanto dichiarato dal primo cittadino. Questi stessi fornitori hanno chiesto al Comune, in quanto direttamente interessati alla vicenda, l’elenco dei pagamenti effettuati da Palazzo degli Elefanti nel periodo luglio 2008-ottobre 2010. Anche per comprendere i meccanismi di quel “rigoroso criterio cronologico” dei pagamenti che l’assessore comunale al Bilancio, Roberto Bonaccorsi, intervistato dal nostro giornale, ha segnalato come unico modo di procedere utilizzato dall’amministrazione. Pur prendendo per buone le affermazioni di Bonaccorsi, i creditori del Comune già citati hanno inviato una raccomandata con ricevuta di ritorno al sindaco, chiedendo il rilascio delle “disposizioni emanate in relazione alle modalità di pagamento dei debiti del Comune dall’insediamento” e “l’elenco cronologico (o altri consimili documenti) dal quale si evincano i debiti (con la data della loro insorgenza) e la relativa data di pagamento, compresa nel periodo dal 01/07/2008 al 25/10/2010 previo, occorrendo, oscuramento dei dati personali”.
Anche questo punto relativo ai “dati personali” è importante per capire l’atteggiamento assunto dall’amministrazione comunale. Le informazioni chieste dai fornitori, la già citata lista dei pagamenti, è infatti stata richiesta, in precedenza, anche dal QdS, ma dal Comune ci si è trincerati dietro alla privacy, negando quanto richiesto dalla nostra redazione. La lettera inviata dai fornitori, però, precisa come i soggetti interessati ai pagamenti siano “imprese (individuali o societarie) o professionisti necessariamente iscritte le prime al Registro delle imprese presso la Camera di commercio e i secondi all’Albo professionale e pertanto i loro dati sono pubblici e non coperti dalla legge sulla privacy”.
Ai sensi dell’art. 22 della legge 241/90, il Comune di Catania avrebbe dovuto consegnare la documentazione richiesta entro 30 giorni. Il termine previsto è scaduto da tempo, ma ancora si attendono risposte. Anche per questo l’azione portata avanti dai creditori non si è fermata e un apposito ricorso al Tar è stato depositato a inizio gennaio. Sull’evolversi della vicenda, vi aggiorneremo nei prossimi giorni.
Intanto, su una questione simile ha recentemente deliberato il Tribunale amministrativo regionale di Palermo, che ha dato ragione a una testata giornalistica on-line in un contenzioso contro l’Assemblea regionale siciliana. Dalla testata web era stato chiesto “di acquisire agli atti del giudizio apposita dettagliata relazione, corredata da tutti i riferimenti normativi e provvedimentali interni” attinenti al trattamento economico dei deputati regionali, richiesta che l’Ars ha puntualmente negato. Una volta presentato ricorso al Tar, però, quest’ultimo si è pronunciato contro l’Assemblea regionale, il cui segretario generale è stato incaricato di provvedere agli adempimenti nel termine di sessanta giorni.
Comune avvisato…

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta

Ediservice s.r.l. 95126 Catania - Via Principe Nicola, 22

P.IVA: 01153210875 - Cciaa Catania n. 01153210875


SERVIZIO ABBONAMENTI:
servizioabbonamenti@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/372217

DIREZIONE VENDITE - Pubblicità locale, regionale e nazionale:
direzionevendite@quotidianodisicilia.it
Tel. 095/388268-095/383691 - Fax 095/7221147

AMMINISTRAZIONE, CLIENTI E FORNITORI
amministrazione@quotidianodisicilia.it
PEC: ediservicesrl@legalmail.it
Tel. 095/7222550- Fax 095/7374001
Change privacy settings
Quotidiano di Sicilia usufruisce dei contributi di cui al D.lgs n. 70/2017