Il responsabile regionale della Banca d’Italia, Sopranzetti, commenta i dati del Rapporto Res. Comunicazione, trasporti e sanità non sono indicatori di una ripresa effettiva
PALERMO – Il rapporto dell’Osservatorio Congiunturale della Fondazione Res (Istituto di Ricerca su Economia e Società in Sicilia), presentato nei giorni scorsi a Palermo, ha offerto spunti per riflessioni e dibattiti per molti esperti, tra cui lo stesso coordinatore scientifico della fondazione, Pier Francesco Asso, ed operatori del ramo. Tra le varie considerazioni abbiamo raccolto quella di Giuseppe Sopranzetti responsabile regionale presso la filiale di Palermo della Banca d’Italia.
“La fondazione Res ha evidenziato come gli indicatori economici stiano volgendo verso un’area positiva, anche se, leggendo subito dopo il prosieguo del documento, si intuisce che non dobbiamo illuderci troppo. Questa positività deriva dal fatto che ci stiamo sempre più allontanando dal momento cruciale della crisi economica internazionale che, indubbiamente, ha avuto i suoi riflessi negativi pure in Sicilia”.
“Del rapporto Res bisogna analizzare con particolare attenzione la seconda sezione – sottolinea Sopranzetti – dove, con dovizia di dati, viene messo in evidenza come ancora la ripresa sia lenta e stenti ad ingranare. C’è una risalita dei consumi delle famiglie che però sono limitati a determinati settori”.
Ma quali sono i settori che mostrano segnali di ripresa?
“A ripartire – dice Sopranzetti – sono al momento i comparti abbastanza rigidi, come ad esempio le comunicazioni, i trasporti e la sanità che quindi non possono essere indicatori di una ripresa effettiva”.
Sopranzetti poi si sofferma sui dati sull’export: “Dal rapporto elaborato dalla Fondazione Res risulta inoltre che, sebbene vi siano le imprese esportatrici che stanno conseguendo buoni risultati (soprattutto perché cavalcano quella che è la ripresa dell’economia mondiale), parecchie imprese delle altre branche invece hanno tuttora in corso profondi processi di ristrutturazione il cui esito finale appare ancora incerto, come cita appunto la relazione”.
“In sintesi – conclude il direttore regionale della Banca d’Italia – possiamo quindi asserire che il treno è ripartito a livello mondiale, ma non è detto che tutti possano riuscire a salirvi sopra. Bisogna allora lavorare per avere il biglietto e tutte le credenziali a posto”.