Berlusconi vince, nonostante il fango; il Pd non perde, nonostante le divisioni, l’inconcludenza dei propri leader e la disaffezione degli elettori.
In questo quadro, i cittadini hanno perso non andando a votare il referendum, Si o No. Una abdicazione al loro diritto di dirigere e di indicare le linee di politica nazionale.
Ora basta parlare di elezioni, bisogna governare e, più precisamente, fare le riforme urgenti. Prioritaria è quella di Brunetta, che inserisce nella pubblica amministrazione elementi di responsabilità con premi al merito e sanzioni al demerito.
Ma è urgente che il Governo si disancori dalle lobbies imprenditoriali, professionali, sindacali e via dicendo per accogliere l’alto grido del presidente dell’Autorità garante per la concorrenza e il mercato, Antonio Catricalà. Catricalà ha sottolineato come le liberalizzazioni restino lettera morta, con la conseguenza che i consumatori-cittadini sono sempre considerati subordinati agli interessi dei poteri forti, fra cui banche, assicurazioni, imprese, sindacati e Chiesa.
I Governi del dopoguerra non hanno avuto molta attenzione per la produzione e per il lavoro, dimenticando totalmente che sia l’una che l’altro sono al servizio dei cittadini-consumatori, e non il contrario. Se lo Stato alimenta sé stesso, viene meno la sua missione primaria che è quella di servire i cittadini.
Ricordiamo il triangolo maledetto: l’ente locale costituisce una società per azioni di cui sottoscrive la maggioranza o tutto il capitale sociale. La società per azioni, figlia del Comune, fa una convenzione per la gestione dei servizi in monopolio con il Comune stesso. I prezzi naturalmente sono privilegiati e non tengono conto del mercato e della concorrenza. Si stima che, se tutti i Comuni mettessero sul mercato i servizi e cercassero i fornitori in un regime di concorrenza con bandi di evidenza pubblica, il loro costo per i cittadini diminuirebbe fortemente e la qualità aumenterebbe di conseguenza.
Altra riforma che il Governo deve fare riguarda l’ambiente e l’energia, ove regimi di oligopolio non consentono di fornire ai cittadini i migliori servizi ai prezzi più bassi. Le Ferrovie impediscono nel breve la concorrenza sui binari, la Tirrenia opera con aiuti di Stato senza i quali fallirebbe, Terna, che gestisce la rete elettrica, è una società quotata in Borsa, ma non avendo concorrenza funziona perché sovvenzionata, e così via enumerando.
Il quadro che di volta in volta andiamo facendo è sconsolante, perché tutti i Governi che si sono succeduti sono stati oggetto di golosi interessi di parte.
È in questo quadro che Berlusconi, col suo Governo nazionale, e Lombardo, col suo Governo regionale, devono far capire se il vento è cambiato o se continueranno a operare come i loro predecessori.
Mentre in passato vi era il salvataggio mediante svalutazione e aumento del debito pubblico, ora questi due elementi sono definitivamente cessati. L’euro stringe ogni giorno di più il proprio cappio. O il Paese diventa virtuoso o esce dalla competizione internazionale.