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Gasdotto libico dell’Eni. Scaroni invita ad essere ottimisti

ROMA –  “Incertezze e possibili ostacoli, ma bisogna essere ottimisti”. Così l’amministratore delegato dell’Eni, Paolo Scaroni, ha risposto ad una domanda sulla situazione in Nord Africa di uno studente dell’università Luiss, componente di una delegazione invitata all’assemblea degli azionisti. “In Egitto, Libia, Tunisia ed Algeria – ha detto – Eni è di gran lunga il primo operatore. Il 30% dei nostri idrocarburi viene dal Nord Africa per cui potete immaginare l’attenzione con cui seguiamo gli avvenimenti in quei paesi. Le evoluzioni sono molto diverse – ha spiegato Scaroni – per Egitto, Algeria e Tunisia noi non abbiamo perso un barile di produzione, pur in presenza di una situazione para-rivoluzionaria. Questo però non è successo in Libia dove nel 2011 l’Eni ha dovuto chiudere il gasdotto, ma gli impianti, come ribadito dall’amministratore delegato, sono intatti grazie ai dipendenti libici sul posto. La Libia ha tenuto le elezioni e questo lo considero quasi miracoloso in un Paese dove ogni uomo ha armi in casa. La situazione non è ancora stabile, ci sono rigurgiti di violenza tra ex uomini di Gheddafi e i nuovi che sono arrivati. Mi aspetto ancora problemi e complessita’ ma credo che dobbiamo essere ottimisti”.