GELA (CL) – I fumi del petrolchimico sotto inchiesta. Sono finiti i tempi in cui le attività dell’industria passavano sotto silenzio. La presenza costante delle associazioni ambientaliste, le notizie riportate sui mass media, l’attenzione costante sulle ciminiere monitorano costantemente ogni metro cubo di fumi che provengono dall’industria. è avvenuto così che sono stati segnalati, sabato scorso, fumi in eccedenza dalle ciminiere dell’industria.
La notizia è ribaltata sui giornali ed immediata è stata l’attenzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela diretta da Lucia Lotti che ha disposto un tempestivo controllo. Sulla fuoriscita di densi fumi dal camino quadricanne della Centrale Termoelettrica della Raffineria Eni di Gela, avvenuta sabato scorso, che si è protratta per diverse ore, sono stati avviati dall’ ufficio della Procura della Repubblica i dovuti accertamenti.
è emerso che, dopo l’accensione nella notte della caldaia G100, si erano verificate due rotture nella condotta dell’aria destinata a rendere possibile la combustione del gasolio. La fuoriuscita attraverso i due grossi fori che si erano prodotti nella condotta metallica, ha determinato l’arrivo verso i bruciatori della caldaia di un quantitivo di aria insufficiente a garantire la combustione ottimale. Il materiale incombusto ha generato i fumi. Riscontrato il fatto, la caldaia è stata spenta. Sono in corso i riscontri del caso per verificare la ricorrenza dei presupposti dell’ipotesi di reato di cui all’art. 674 c.p.
Caso simile è stato segnalato sabato sera a Melilli (Sr).
La notizia è ribaltata sui giornali ed immediata è stata l’attenzione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Gela diretta da Lucia Lotti che ha disposto un tempestivo controllo. Sulla fuoriscita di densi fumi dal camino quadricanne della Centrale Termoelettrica della Raffineria Eni di Gela, avvenuta sabato scorso, che si è protratta per diverse ore, sono stati avviati dall’ ufficio della Procura della Repubblica i dovuti accertamenti.
è emerso che, dopo l’accensione nella notte della caldaia G100, si erano verificate due rotture nella condotta dell’aria destinata a rendere possibile la combustione del gasolio. La fuoriuscita attraverso i due grossi fori che si erano prodotti nella condotta metallica, ha determinato l’arrivo verso i bruciatori della caldaia di un quantitivo di aria insufficiente a garantire la combustione ottimale. Il materiale incombusto ha generato i fumi. Riscontrato il fatto, la caldaia è stata spenta. Sono in corso i riscontri del caso per verificare la ricorrenza dei presupposti dell’ipotesi di reato di cui all’art. 674 c.p.
Caso simile è stato segnalato sabato sera a Melilli (Sr).
Liliana Blanco
