Oggi al ministero dello Sviluppo economico la firma sull’accordo che prevede un reinvestimento da 450 milioni di euro. Per i sindacati i piani sono generici. Per Romani è un case history che darà lavoro a 3.300 unità
PALERMO – Sono giorni decisivi per il futuro di SicilFiat. Dopo l’incontro di giorno 14 presso il ministero dello Sviluppo economico, alla presenza del ministro Paolo Romani, dove non sono stati invitati i sindacati di categoria ma quelli confederati, adesso si attende la firma di oggi per la chiusura dell’accordo che dovrà riqualificare l’ex area Fiat di Termini Imerese. La soluzione sembra ancora nebulosa e complicata per i sindacati nonostante la ricetta di Romani sembra suggerire un caso epocale di ristrutturazione aziendale e industriale.
Al momento, al di là dei numeri sciorinati dal ministro, ci sono pochissime certezze sul destino dell’area. Sette o otto progetti perché l’ingresso fuori tempo massimo della Motor Company, società di Massimo Di Risio nata nel 2006 nell’ambito delle vetture sportive, non è stato smentito né confermato dal governo e dall’advisor Invitalia, l’agenzia incaricata di valutare le iniziative imprenditoriali. L’eventualità di un accordo complessivo che metta assieme le differenti offerte non sembra poi così lontano.
Romani parla di “una straordinaria case history italiana di ristrutturazione aziendale e industriale”. Ma per riqualificare Termini sono indispensabili gli investimenti: oltre 1 miliardo di euro di cui 350 milioni messi a disposizione dalla Regione Sicilia e 100 dal governo. Per il resto ci vuole l’impegno aziendale, i cui piani, denunciano i sindacati, sono ancora troppo generici. Secondo il ministro ci sono le premesse per un rilancio in grande stile ed ha annunciato che si è avviato un percorso occupazionale che potrebbe persino raddoppiare i lavoratori attualmente presenti nello stabilimento di Termini: si passerebbe infatti dai 1.500 lavoratori occupati attualmente dalla Fiat ad una crescita della forza lavoro complessiva fino a circa 3.300 unita.
Chiaramente la possibilità di raddoppiare l’occupazione passa dagli investimenti. Ai 450 milioni di fondi statali ci vogliono anche le concretezze di un impegno industriale di cui si accorge anche Romani. “È ovvio – ha spiegato Romani – che adesso si inizia a lavorare e che le aziende devono assumersi tutti i rischi e gli oneri che ci sono”.
Dal canto suo anche la Regione è convinta che la strada intrapresa sia quella corretta. “L’accordo per Termini Imerese – ha dichiarato Raffaele Lombardo – rappresenta il punto di avvio per una strategia di rilancio industriale, che vede la Regione recitare un ruolo da protagonista”.
I sindacati, specie la Fiom, che resta l’organizzazione di maggioranza nell’ex stabilimento Fiat, sono assai poco entusiasti. Il senso del discorso dei rappresentanti dei lavoratori è che al momento l’unica certezza resta quella del 31 dicembre, data di chiusura dello stabilimento Fiat, mentre per il resto ci sono accordi programma, che al momento vogliono dire davvero poco al di là di manifestazioni puramente mediatiche.
Poca sostanza insomma. Le rassicurazioni sul coinvolgimento dei sindacati giungono però puntuali dal governatore isolano. “Di sicuro – ha concluso Lombardo – ogni passo di questo accordo verrà compiuto coinvolgendo i sindacati territoriali, per determinare delle scelte condivise”. E proprio ieri la giunta regionale di governo ha approvato l’accordo di programma su Termini Imerese che adesso passerà al vaglio della commissione Attività produttive all’Ars per il parere obbligatorio.
Rossignolo: “Produrremo 48 mila auto entro il 2015”
ROMA – “Trasformeremo Termini Imerese in una vera fabbrica, visto che in passato è stata solo un terminale di montaggio”. Lo ha detto il presidente della De Tomaso Automobili, Gian Mario Rossignolo, parlando in conferenza stampa a Palazzo Chigi, dopo aver presentato l’ultimo modello della De Tomaso al sottosegretario Gianni Letta. Rossignolo lavorerà infatti per il rilancio di Termini Imerese dato che la De Tomaso Automobili risulta nella short list delle sette aziende designate dall’advisor del governo, Invitalia, per rilevare l’area siciliana dopo l’uscita di scena della Fiat prevista per il prossimo anno.
Come spiegano i figli di Rossignolo, Gianluca (direttore marketing e vendite) e Edoardo (responsabile del prodotto) “a Termini produrremo due auto: una city car di lusso e una cross over di lusso per un totale di 45/48 mila pezzi entro il 2015. Creeremo occupazione per tutti e 1.500 i lavoratori che stavano nel vecchio stabilimento Fiat”. L’azienda di Grugliasco continuerà a produrre anche in Piemonte dove nei prossimi 4 anni costruirà ancora 3 nuovi modelli di lusso (circa 8 mila auto).