“Stiamo procedendo ad un piano proprio da quando hanno iniziato a verificarsi questi sbarchi ingenti di tunisini a Lampedusa a seguito dei movimenti interni che si stanno verificando in Tunisia. Sono circa 6 mila i tunisini sbarcati e hanno creato da subito preoccupazione perché, secondo conferme del presidente del Consiglio Berlusconi, il governo tunisino ha rilasciato 11 mila prigionieri autori di reati lievi e non conosciamo il numero di coloro che, autori di reati più gravi, sono scappati. Non sappiamo, quindi chi sono questi che sono arrivati sulle nostre coste”.
“Sì, per la maggior parte sono uomini giovani dai 20 ai 35 anni, un target ben definito: giovani di speranza in cerca di un lavoro, in cerca di un futuro. Poche le donne e i bambini”.
“Il ministro dell’Interno Maroni ha opportunamente nominato Commissario straordinario per l’emergenza il Prefetto Caruso di Palermo. Il residence Paradiso degli aranci è stato suggerito dalla Protezione Civile regionale durante l’ultima riunione e, con il ministro Maroni, l’idea ricognitiva è quella di creare un villaggio della solidarietà su base volontaria e gratuitamente. Mettere dei nuclei familiari che hanno lo status di rifugiato politico. È una situazione confortevole dove c’è tutto, anche se il rischio è che qui c’è poco lavoro è possono diventare preda della criminalità locale o disperdersi nelle campagne per lavorare in nero”.
“Si, i toni sono stati più o meno sfumati, ma noi sosteniamo che l’Unione europea non ci ha dato l’assistenza necessaria, dall’altra parte l’Europa dice che è pronta a darci degli aiuti. C’è stata già una prima stima del ministero dell’Interno di circa 100 milioni di euro documentati. Anche i colleghi delle altre Prefetture della Sicilia hanno individuato dei siti, non escludo che il sito di Mineo possa essere usato in un secondo tempo”.
“In realtà la maggior parte vuole andare in Francia, sia perché hanno parenti che li aspettano sia perché parlano francese e quindi comunicare gli risulterebbe di certo più facile”.
“Credo che il freno più grosso per la città è questa contrapposizione politica disperata. Quando ero Questore mi ricordo una grande armonia tra Comune, Provincia e Regione pur governate da correnti politiche differenti. Inoltre, questa contrapposizione è cangiante per cui non da certezza e soprattutto si pone il territorio in una situazione d’attesa in cui nessuno si muove. Tale situazione non aiuta l’economia del paese già in forte difficoltà, tanto che investimenti e imprese saltano da un giorno all’altro e i nostri giovani non hanno prospettive per il futuro. Anche il governo centrale non fa più concorsi e non investe neanche nei corpi militari. Tra le positività devo dire che il Comune di Catania sta facendo un grande sforzo dal punto di vista economico di risanare la situazione, anche se anche li ci sono problemi di instabilità. Gli investimenti degli industriali, inoltre, in Sicilia sono davvero pochi”.
“Il problema è che sono finanziate solo sulla carta. Nessuno ti da i soldi subito ma a tranche e con questa instabilità che c’è il rischio che le tranche successive non vengano finanziate e così i lavori si bloccano. La Salerno-Reggio Calabria ne è un emblema. Vuoi per i ritardi politici vuoi per quelli economici, dopo 20 anni ancora non è completa”.
“Siamo in una situazione abbastanza positiva. Molti procedimenti istruttori sono informatizzati parzialmente o interamente, inoltre, tutti i dirigenti hanno la firma digitale e la Pec, posta elettronica certificata e tutti gli uffici della Prefettura sono collegati in rete”.
“Il personale è sufficiente anche se è sempre meno. Stiamo facendo fatica per far sentire tutti i dipendenti, ormai oltre i 40 anni, parte integrante della struttura e non solo dipendenti che fanno il loro lavoro sterile e basta, soprattutto in un momento in cui i compiti della Prefettura sono in continua evoluzione ed ormai è diventata il centro motore della Provincia. Inoltre riceviamo stagisti dell’Università e qualche esubero della Regione”.
“Almeno due ci hanno fortemente coinvolto. Il primo è l’aver accompagnato l’Ikea nel suo inserimento nel territorio. Ci sono stati problemi di viabilità, di permessi, ma finalmente pare che l’8 marzo venga inaugurato. L’altro problema, non ancora risolto e che ci sta molto a cuore è relativo agli ex lavoratori Cesame. Nel 2009 abbiamo fatto, con il ministero delle Attività produttive, una cooperativa, ma non tutti hanno voluto farne parte. Qualcuno sarà assunto dall’Ikea, ma altri rimarranno fuori e non abbiamo ancora trovato una soluzione”.