ROMA – Su circa sette miliardi di abitanti nel pianeta, un miliardo – nonostante le numerose campagne di sensibilizzazione e gli avvertimenti espliciti sui pacchetti di sigarette – continua a fumare. Intanto, secondo gli ultimi dati diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), il tabacco ogni anno uccide 6 milioni di persone, una cifra che potrebbe salire a oltre 8 milioni entro il 2030.
Nel Rapporto 2013 dell’Oms sull’epidemia globale del tabacco, però, emerge anche un generale rafforzamento delle politiche di prevenzione e divieto del fumo, con 2,3 miliardi di persone raggiunte da almeno una misura di contrasto all’uso di tabaccco. Eppure “resta ancora molto lavoro da fare” – afferma l’Oms – allertando che “se prosegue il trend attuale” nel 21mo secolo si potrebbe arrivare ad 1 miliardo di morti a causa del fumo a fronte dei già 100 milioni di persone che hanno perso la vita per tale ragione nel ventesimo secolo. Pesante anche il bilancio del fumo passivo che uccide circa 600mila delle 6 milioni di vittime annuali del tabacco. L’Oms sottolinea, inoltre, come l’80% del miliardo di fumatori al mondo, vive in Paesi a medio e basso reddito, mentre nei paesi a reddito medio alto si registra la tendenza opposta, con l’incremento di coloro che smettono.
Nel Rapporto 2013 dell’Oms sull’epidemia globale del tabacco, però, emerge anche un generale rafforzamento delle politiche di prevenzione e divieto del fumo, con 2,3 miliardi di persone raggiunte da almeno una misura di contrasto all’uso di tabaccco. Eppure “resta ancora molto lavoro da fare” – afferma l’Oms – allertando che “se prosegue il trend attuale” nel 21mo secolo si potrebbe arrivare ad 1 miliardo di morti a causa del fumo a fronte dei già 100 milioni di persone che hanno perso la vita per tale ragione nel ventesimo secolo. Pesante anche il bilancio del fumo passivo che uccide circa 600mila delle 6 milioni di vittime annuali del tabacco. L’Oms sottolinea, inoltre, come l’80% del miliardo di fumatori al mondo, vive in Paesi a medio e basso reddito, mentre nei paesi a reddito medio alto si registra la tendenza opposta, con l’incremento di coloro che smettono.
Antonio Leo
