Un genio che supera il tempo. Il 2021 è l’anno del settecentenario della morte di Dante Alighieri, avvenuta a Ravenna, suo luogo d’esilio, nella notte tra il 13 e il 14 settembre del 1321.
Il 25 marzo, invece, è la data che gli studiosi riconoscono come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia, e che dal 2020 – istituita dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro Dario Franceschini – viene celebrata come Giornata nazionale di Dante, o Dantedì.
Una giornata di festa in cui, anche in Sicilia, come nell’Italia intera, risuonano le parole e i versi del Poeta Alighieri.
La redazione del Quotidiano di Sicilia, in occasione del Dantedì2021, con il suo spazio #QdSyoung dedicato ai giovani, ha deciso di dare la parola a ragazze e ragazzi che attraverso un video hanno risposto alla domanda: “perché i giovani provano verso il Sommo Poeta questo interesse?”. Si perché gli adolescenti continuano a leggere Dante: è un fatto. Un fatto singolare, che difficilmente si ripete con altri autori della letteratura italiana.
“Dante ci insegna tutto ciò che riguarda sapere sulla bellezza e sulla speranza” – dice Francesco. “Dante non è solo Divina Commedia, ci racconta l’innamoramento, il suo amore per Beatrice prima terreno e poi spirituale” – dice Sarah. “Dante permette ai suoi lettori di sviluppare un pensiero critico che può essere applicato a tutti gli ambiti del sapere” – aggiunge Giulia. “Dante è ancora letto dai noi giovani per la sua capacità di trasmettere emozioni” – racconta Maria Pia. “Dante ci ricorda che in un mondo abbrutito l’unica risorsa che ci resta è la conoscenza” – spiega Francesco”.
Per guardare tutte le altre risposte dello spazio #QdSyoung, basta andare nell’apposita sezione su QdS.it (colonna di destra).
La conoscenza di Dante in Sicilia è documentata fin dalla seconda metà del Trecento e la diffusione della sua opera più famosa, la Divina Commedia, fu in parte dovuta ai sentimenti politici dello stesso poeta che aveva esaltato il Regno di Sicilia e la rivoluzione dei Vespri, ma anche al trasferimento nella Sicilia occidentale di numerose colonie di famiglie fiorentine, dopo la reazione dei guelfi seguita alla caduta degli Svevi.
Non a caso, ben dodici codici della Commedia sono presenti in inventari di beni e di librerie del XV secolo, di Petralia Soprana, Palermo, Messina, Catania, Trapani: codici cartacei e membranacei (“item liber Dantis pulcher in carta membrana “; ” item librum Dantis vetus in carta bombicis “; ” item librum Dantis cum comento et tabula “, ecc.) elencati in H. Bresc, Livre et société en Sicile (1299-1499), Palermo 1971.
Nella Divina Commedia sono svariati i riferimenti all’Isola a livello culturale, mitologico e paesaggistico.
Nel canto di Capaneo, il XIV dell’Inferno, il vulcano Etna viene citato come casa dei ciclopi che stanno “in Mongibello a la focina negra”; e anche nel canto XIX del Paradiso, dove sono visibili le influenze di Ovidio e Stazio: “Vedrassi l’avarizia e la viltate / di quei che guarda l’isola del foco, / ove Anchise finì la lunga etate”.
Molto importante è il riferimento che Dante fa a Scilla e Cariddi, forze opposte in eterna lotta, rievocando secoli di miti e leggende. È il caso del canto VII dell’Inferno: “Come fa l’onda là sovra Cariddi, / che si frange con quella in cui s’intoppa”, che ricorda uno scenario già raccontato da Virgilio, Ovidio e Lucano.
Siracusa e Agrigento, Syrakousai e Akragas, furono i centri più importanti della Sicilia greca. Entrambe fanno la loro comparsa nella Commedia, per una riflessione storica e filosofica. Legata a Siracusa è la tirannide di Dioniso, citata nel canto XII dell’Inferno.
“Quivi si piangon li spietati danni; / […] e Dïonisio fero”. Questo rappresenterebbe un riferimento alla tradizione filosofica siciliana, in questo caso rappresentata da Empedocle, posto nel Limbo – nel canto IV dell’Inferno – a causa della sua nascita in età precristiana: “sentisse amor, per lo qual è chi creda / più volte il mondo in caòsso converso”.
La Sicilia viene rievocata, ancora, nel canto VIII del Purgatorio. In questo caso si ipotizzò ad un viaggio del Poeta al di qua dello stretto. In realtà, si trattò solamente di uno studio più che completo delle fonti letterarie antiche: “E la bella Trinacria, che calìga/tra Pachino e Peloro, sopra ‘l golfo/che riceve da Euro maggior briga,non per Tifeo ma per nascente solfo”.
Per il Dantedì2021 sono state organizzate diverse iniziative in Sicilia anche se a distanza causa emergenza sanitaria. Per avere un’idea degli eventi in programma, pubblichiamo i diversi eventi presenti sul sito del Ministero della Cultura (https://www.beniculturali.it/dantedì). Gli appuntamenti presenti sono pubblicati in tempo reale a cura degli Istituti Periferici del MiC. Poiché potrebbero sussistere variazioni dell’ultimo minuto, si consiglia sempre di contattare i recapiti indicati nelle relative schede di dettaglio.
L’Archivio di Stato di Agrigento partecipa alle celebrazioni ricordando il ruolo della Società Dante Alighieri, che dal 1889, nel nome di Dante, opera per la diffusione e la promozione della lingua e della cultura italiana nel mondo, con una mostra documentaria dedicata alla storia e alle attività del Comitato di Agrigento, istituito nel 1909. La mostra è stata allestita in ambiente virtuale, con la ricostruzione tridimensionale dell’area espositiva, per offrire agli utenti una nuova modalità di fruizione, flessibile e coinvolgente.
Nell’archivio di Stato di Catania è possibile scoprire “Frammenti di un Codice trecentesco del Paradiso di Dante in Catania”, ritrovati casualmente dal direttore pro tempore di detto Archivio di Stato, prof. Matteo Gaudioso, il cui studio venne pubblicato nel 1931 nella rivista A.S.S.O. Trattasi di due brandelli di un codice membranaceo della seconda metà del secolo XIV, proveniente quasi sicuramente dalla Toscana e arrivato in Sicilia intorno alla seconda metà del secolo XV. Il codice serviva da copertina ad un volume di atti del notaio Giacomo Collo di Catania, relativo all’anno indizionale 1549 – 1550.
L’Archivio di Stato di Trapani mette in mostra i frammenti membranacei di un codice trecentesco della Divina Commedia ritrovati negli anni ’50 del Novecento grazie al loro riutilizzo come coperte di protocolli notarili della prima metà del XVI secolo. La storia del ritrovamento e la descrizione dei frammenti è accompagnata dalla lettura dei versi in essi contenuti. Il video sarà pubblicato sulla pagina facebook e sul sito internet dell’Archivio di Stato di Trapani.
L’Archivio di Stato di Palermo conserva la notizia di un “librum unum dictum lu Danti, quod dicitur De Inferno”, che faceva parte di un inventario di beni appartenenti alla casa reale di Federico III il Semplice, redatto a Messina nel 1367, registrato in Real Cancelleria, reg. 11, cc. 62v-63v. Natoli – che studiò per primo la fortuna di Dante nell’isola – rilevava che l’uso di quella metonimia era sintomatico della popolarità che l’autore della Commedia godeva nel XIV secolo in Sicilia.
L’Archivio di Stato di Ragusa ha organizzato un convegno, pensato come incontro di studi rivolto alla cittadinanza e alle scuole, dal titolo: Percorsi danteschi tra scuola e archivio. L’evento, che vedrà la partecipazione di studiosi e docenti, con il coinvolgimento di due istituti scolastici del territorio (I.I.S.S. “Giosuè Carducci” di Comiso e I.I.S. “G.B. Vico – Umberto I – R. Gagliardi” di Ragusa), avrà luogo da remoto.
A Marsala, un reading letterario nella pineta del plesso Fornara – a cura degli alunni della scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Comprensivo Alcide De Gasperi. In viaggio con Dante dalle ore 9.
“La Sicilia nella Divina Commedia” di A. Mazzoleni a cura di “Alunni- ex alunni del Liceo Classico “Gulli e Pennisi”. Interventi dei Prof.ri Alfonso Sciacca, Salvatore Valastro, Pina Palella. Collegamento video dall’Antisala Consiliare del Palazzo di Città di Acireale. Orario dell’iniziativa, 18.45. Sempre al Municipio è prevista l’apertura della mostra di cartoline e francobolli su Dante presso il Palazzo di Città a cura dell’associazione Numismatica e Filatelica Acese, ore 18.30.
Marco Panasia