“Silvio Berlusconi chiederà la grazia” L’annuncio del legale. Che poi smentisce - QdS

“Silvio Berlusconi chiederà la grazia” L’annuncio del legale. Che poi smentisce

“Silvio Berlusconi chiederà la grazia” L’annuncio del legale. Che poi smentisce

giovedì 15 Agosto 2013
ROMA – Piero Longo, deputato Pdl e avvocato di Berlusconi, si dice convinto che “la grazia verrà prima o poi formalmente richiesta. L’ agibilità politica – dice a Radio Capital – è poi altra cosa ma se venisse chiesta e data la grazia ci potrebbero essere novità perché questa può riguardare parzialmente la pena. Anche le pene accessorie”. Poco dopo l’avvocato smentisce: “Mi sono limitato a precisare le fonti normative per il beneficio che il Presidente della Repubblica puo’ concedere a sua assoluta discrezionalita”. Ma l’audio ormai è lì, a documentare la dichiarazione.
Il fatto che la grazia possa essere estesa anche alle pene accessorie, aggiunge Longo, “dipende dalla decisione del Presidente della Repubblica, bisognerà vedere che tipo di provvedimento di clemenza verrebbe eventualmente concesso
“Il governo terrà senz’altro – aggiunge Longo – perché non ci sono alternative per chi ha senso di responsabilità e io credo che il Pdl ne abbia e che ne abbia il presidente Berluscon. Se il governo non cade si arriverà al voto del Senato sulla decadenza, ma Longo dice che in ogni caso Berlusconi non uscirà di scena: “arsi da parte significa non essere più un punto di riferimento e io non credo che questo possa accadere”
“L’eventuale grazia che potrebbe concedere Napolitano non c’entra nulla ai fini dell’ incandidabilità perché la grazia interverrebbe sull’esecuzione della pena principale e non sugli effetti della condanna”, ha affermato il presidente della Giunta per le Immunità Dario Stefàno commentando la possibile richiesta di grazia da parte del Cav.
Quello della grazia, insomma, “è un tema che nulla ha a che vedere con l’incandidabilità che, per quanto riguarda l’attualità, e’ un’incandidabilità intervenuta e quindi è materia della Giunta. Ma per quanto riguarda il futuro dovranno sancire l’incandidabilità gli organi che devono pronunciarsi sulle candidature e cioè l’ufficio elettorale”.
“L’incandidabilità – conclude Stefàno – alla luce di quanto previsto dalla legge Severino, è un effetto della condanna e come tale resta a prescindere dal fatto che poi tu la condanna la sconti in carcere, agli arresti domiciliari o all’affidamento in prova ai servizi sociali”.

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