Dopo 4 anni dal corso entrano in servizio 43 nuovi ispettori - QdS

Dopo 4 anni dal corso entrano in servizio 43 nuovi ispettori

Dopo 4 anni dal corso entrano in servizio 43 nuovi ispettori

mercoledì 13 Aprile 2011

Due anni fa avevano completato una formazione costata alle casse della Regione 4 mln di euro. Lo dispone una circolare firmata dal dirigente generale Alessandra Russo

PALERMO – È arrivata finalmente la disposizione dell’assessorato regionale al Lavoro: la quarantina di ispettori del lavoro che si sono formati attraverso il Formispe saranno immessi in servizio. Lo dispone una circolare emanata dalla dirigente del Dipartimento Lavoro, Alessandra Russo, che in pratica istruisce tutti gli uffici nei quali sono dislocati i dipendenti che si erano formati per dire loro di immettere per l’appunto in servizio i nuovi ispettori.
“I dirigenti responsabili degli ispettorati provinciali del lavoro – scrive la Russo – nel programmare le loro attività dovranno tenere conto anche di questo nuovo personale a disposizione, dando comunicazione della pianificazione temporale al dirigente dell’ufficio provinciale o del centro per l’impiego”.
La svolta alla vicenda è avvenuta poco più di un mese fa quando l’assemblea regionale siciliana ha votato un ordine del giorno che impegna la Regione “a procedere celermente all’immissione in servizio presso i nuclei ispettivi dei soggetti che hanno conseguito la qualifica di ispettori del lavoro, a seguito della partecipazione al corso di qualificazione professionale Formispe”. Ci sono voluti ben 4 anni per completare questo percorso di formazione per diventare ispettori del lavoro, costato ben 4 milioni di euro alle tasche della Regione. Quando tutto sembrava oramai giunto al termine, con i primi tesserini di abilitazione alla professione dati nell’ottobre del 2009, ancora una volta a mettersi di mezzo una strana combinazione mista tra burocrazia e scarsa volontà. Sta di fatto che ben 43 dipendenti della Regione, che già da un paio d’anni avevano conseguito il tesserino di ispettori del lavoro, sono rimasti inspiegabilmente ai box.
Secondo quanto risulta all’ispettorato regionale del lavoro, un po’ in tutte le province esistono problemi di carenza d’organico nei vari uffici provinciali. Soltanto Palermo dovrebbe avere in organico 80 ispettori. Anche Siracusa non sta meglio: in questo territorio vi è un’altissima concentrazione di industrie chimiche e quindi servirebbero quantomeno 50 unità per effettuare le ispezioni. Invece ce ne sono soltanto 35. Ma sulla stessa barca navigano Enna e Trapani. Se questa quarantina di ispettori fossero stati inseriti avrebbero potuto già garantire un certo numero di ispezioni in più.
Rifacendosi alla media di ispezioni fatte nel 2009 da ogni singolo ispettore in servizio (37,19 imprese e stanati 53 lavoratori non in regola in un anno), ad oggi si sarebbero potuti sviluppare in più, contando i 43 ispettori già con il tesserino da diversi mesi, ben 500 ispezioni ad imprese e scoperto oltre 2.000 lavoratori irregolari. Invece si è rimasti a guardare il proliferare del sommerso per effetto anche dell’attuale crisi economica che avrebbe spinto molte aziende a ricorrere al lavoro nero.
Ovviamente la pianta organica minima degli ispettorati ha purtroppo contribuito anche a spingere le stesse imprese ad osare nel fare ricorso alle irregolarità, contando proprio sul fatto che difficilmente i controlli sarebbero arrivati.



L’approfondimento. Una vicenda dai contorni poco chiari
 
Tutta questa grottesca vicenda si è consumata tra l’altro di fronte ad uno strano silenzio dell’assessorato regionale al Lavoro, interrotto solo nel marzo del 2010 per annunciare, di fronte alle continue pressioni di interrogazioni parlamentari e di mugugni, che gli ispettori nuovi sarebbero stati avviati a partire dall’1 aprile. Ma c’è voluto quasi un altro anno per concretizzare il tutto. La cosa ancor più grave è che negli ispettorati siciliani c’è una grossa carenza di ispettori. Nonostante tale carenza di organico, dal 2007 al 2009 (ultimo anno censito), sono sempre aumentati i controlli nelle aziende e di conseguenza sono stati stanati in proporzione molti più lavoratori irregolari. Si è passati dai 2.000 irregolari del 2007 a 10.590 scovati invece nel 2009. Questo per effetto di un processo di razionalizzazione delle risorse interne dal punto di vista organizzativo di tutti gli ispettorati. Ma soltanto per la buona volontà degli ispettori in servizio, il cui tasso di presenze è tra i più elevati tra i dipendenti regionali, sino ad oggi il servizio dei controlli è rimasto a galla ed anzi ha saputo anche migliorarsi.

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