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Enna – Procura: una boccata d’ossigeno con l’ingresso di tre giovani pm

Enna – Procura: una boccata d’ossigeno con l’ingresso di tre giovani pm

sabato 16 Aprile 2011

Soddisfatto il procuratore capo, Calogero Ferrotti, che ha parlato di “segnale molto positivo”. Sono Paola D’Ambrosio (31 anni), Francesco Rio (36) e Marco Di Mauro (34)

ENNA – Tre nuovi pubblici ministeri si sono insediati nei giorni scorsi nella Procura della Repubblica ennese e rimarranno nel capoluogo per almeno tre anni, privandolo del triste primato di essere  il "luogo simbolo della desertificazione delle procure siciliane", come disse l’Associazione nazionale magistrati nel novembre 2009.
Si tratta di tre giovani magistrati: Paola D’Ambrosio, napoletana di 31 anni, Francesco Rio, 36 anni, e Marco Di Mauro 34 anni, entrambi di Siracusa. La cerimonia si è svolta nella sala Oliveri, davanti alla gigantografia di Falcone e Borsellino che dà il nome all’auditorium.
Dall’entrata in vigore della riforma Mastella, che vieta ai giudici di prima nomina di lavorare nelle Procure, è la prima volta che gli "uditori giudiziari" vengono destinati in un ufficio requirente, grazie a una mobilitazione che ha coinvolto i vertici del sindacato delle toghe e che ha portato a sospendere per un solo concorso la norma.
Grande soddisfazione è stata espressa dal procuratore capo Calogero Ferrotti, che ha accolto i tre magistrati ringraziando i due pm Marcello Cozzolino e Marina Ingoglia, unici sostituti su cui la Procura ha potuto contare dal luglio 2008. Più volte, nel corso degli ultimi mesi, Ferrotti aveva evidenziato le gravissime carenze degli uffici giudiziari ennesi e le difficoltà di andare avanti con un numero limitato di magistrati.
"È un segnale molto positivo – ha detto – che ancora oggi, a dispetto delle riforme che vogliono ridimensionato il ruolo del pm a quello di avvocato dell’accusa, le funzioni dei pubblici ministeri continuano ad avere ancora appeal presso i giovani magistrati".
I nuovi ingressi saranno fondamentali per la Procura, che potrà così lavorare con maggiore intensità e speditezza.
“Dopo tre anni di lavoro massacrante – ha aggiunto il procuratore capo – potremo aprire nuove indagini ed essere presenti in Corte d’assise, cosa che finora non era possibile perché eravamo troppo pochi. Quello che è importante avere la possibilità di aprire nuove inchieste, ma soprattutto dare regolarità a quei processi dove ci sono detenuti o beni in sequestro della mafia”.
“La mole di lavoro – ha concluso Ferrotti – è enorme: c’è un carico di circa duemila procedimenti a carico di noti, tra giudice di pace e ordinario e tremila a carico di ignoti o d’istruttoria di esposti anonimi”.
Visibilmente emozionati i tra giovani pm, tra cui Paola D’Ambrosio, la più giovane a varcare le porte della Procura della Repubblica di Enna.
"La sera che uccisero Giovani Falcone – ha raccontato – mentre mia madre piangeva, alle parole del giornalista del Tg, giurai che sarei diventata un magistrato. Oggi, dopo tanti anni si avvera il mio sogno”.

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