Errore in corsia: risarciti 3,6 mln in 6 anni - QdS

Errore in corsia: risarciti 3,6 mln in 6 anni

Liliana Rosano

Errore in corsia: risarciti 3,6 mln in 6 anni

giovedì 21 Aprile 2011

Dati pubblicati nel Rapporto “Medical claims”. Ancora il 54% delle richieste di risarcimento 2004-2009 è pendente. Circa 900 mila euro per azienda sanitaria contro 1 milione in Piemonte e 1,1 mln in Emilia

PALERMO – Gli errori in corsia pesano sulle casse della Regione siciliana, oltre che sulla vita dei pazienti. E sugli errori sanitari nonché sulle conseguenti richieste sui risarcimenti danni, è stato pubblicato il rapporto “Medical Claims”, curato da Emanuele Patrini per la società di risk management “Marsh Italia”.

Periodo in esame: 2004-2009
Lo studio, che per la Sicilia ha coinvolto 4 aziende ospedaliere pubbliche su 7 (il campione diventa pari a 7 aziende se si ragiona in precedenza rispetto alla riforma), copre un arco temporale che va dal 2004 al 2009. Complessivamente, nel periodo analizzato, in Sicilia sono state presentate 1044 richieste di risarcimento danni, con una media di 292 richieste di risarcimento annue per il triennio 2007 – 2009. Il dato medio per ogni singola azienda siciliana si assesta a 73 richieste contro la media italiana di 65 e di 66 del Sud.
La maggior parte dei rischi è riferita a rischio clinico, seguita da rischio struttura, rischio operatore e danneggiamento a cose.
La tipologia di reclamanti sono principalmente pazienti (72%), Terzi (19%) e Operatori (9%), mentre gli eventi hanno avuto le seguenti conseguenze: lesioni (83,51%), decessi (10,82%), danni a cose (5.36%) e danno erariale (0.31%). In testa alle specialità maggiormente interessate nelle richieste di risarcimento ci sono i danni relativi a:Struttura e Parti Comuni (25,48%), Ostetricia e Ginecologia (7,95%), Chirurgia Generale (7,28%), Pronto Soccorso (7,18%), Ortopedia e Traumatologia (6,13%), Oculistica e Oftalmologia (3,74%) e Anestesia e Rianimazione (2,78%).

Il danno da caduta accidentale il più diffuso
Le tipologie di eventi che sono stati denunciati sono principalmente cadute accidentali di pazienti e/o visitatori (21,74%), errore chirurgico (18,87%), errore diagnostico (10,54%), errore terapeutico (10,54%), infortunio (7,57%), danni a cose (4,21) e errore da parto/cesareo (2,82%).
Per quanto attiene a struttura e parti comuni, i principali eventi sono le cadute accidentali, gli infortuni e i danni a cose. Per l’ostetricia e la ginecologia i principali eventi sono gli errori chirurgici, errori terapeutici ed errori da parto/cesareo. Per la chirurgia generale il principale evento è l’errore chirurgico. Per il pronto soccorso i principali eventi sono gli errori diagnostici e gli errori terapeutici. Per l’ortopedia e traumatologia i principali eventi sono gli errori chirurgici, gli errori terapeutici e le infezioni. Per l’oculistica il principale evento sono gli errori chirurgici. Per l’anestesia e rianimazione i principali eventi sono legati all’errore anestesiologico (incluse le avulsioni dentarie) e gli errori terapeutici.

Liquidati risarcimenti per 900 mila euro da ogni azienda in sei anni
Nei 6 anni analizzati le varie richieste di risarcimento sono state liquidate per un totale pari a circa 3,6 milioni di euro con un importo medio liquidato pari a circa 24 mila euro. Per ogni azienda sono 900 mila euro di risarcimenti per errori in sei anni. Per quanto attiene alle richieste di risarcimento danni aperte e riservati complessivamente è impegnato un totale poco più di 21 milioni di euro con un riservato medio di 36 mila euro per sinistro.
Gli eventi con maggiore importo economico liquidato e riservato sono due errori da parto/cesareo che entrambi superano il milione di euro.
Rispetto allo stato delle pratiche la maggior parte delle richieste di risarcimento danni è aperta (54,02%), seguite da pratiche senza seguito (19,06%), chiuse (16,67%) e cautelative/precauzionali (10,25%).

Confronto con Emilia Romagna e Piemonte
Confrontando la situazione siciliana  con la regione Piemonte ed Emilia Romagna, vediamo che nel primo caso (campione di 22 aziende pubbliche del SSR), il Piemonte ha registrato, nello stesso arco di tempo, 42 richieste di risarcimento medio annuo per singola struttura sanitaria con un liquidato in 6 anni pari a 23,3 milioni e un riservato di 82,2 milioni. Per ogni azienda in Piemonte è stato liquidato un milione di euro.

In testa ai reclami: lesioni (78,75%), danno a cose (9,92%), decesso (8,04%), danno erariale(0,05), mentre le specialità coinvolte con le percentuali più alte sono Pronto soccorso (17,77), chirurgia generale (17), parti comuni (12,32), ortopedia e traumatologia (10,91), ostetricia e ginecologia (7,71).
Nel caso dell’Emilia Romagna invece, per un campione di 13 aziende sanitarie, sono state presentate un numero richieste di risarcimento medio annuo per singola struttura sanitaria pari a 84, un liquidato in 6 anni pari a 15,3 milioni di euro, ovvero 1,1 milione di euro per ogni azienda e un riservato di circa di 82,2 milioni di euro. Per l’Emilia Romagna, le specialità oggetto di reclami sono: ortopedia e traumatologia (16,32%), pronto soccorso (14,11%), chirurgia generale (13,20%), parti comuni (14,42%).
Possiamo dire in sintesi che dal confronto con le altre regioni, considerate tra le più virtuose, in particolare l’Emilia, la Sicilia come risarcimenti danni per errori già liquidati, è assolutamente in media, a fronte di un esagerato numero di richieste di risarcimento.
 

 
Intervista con Leoluca Orlando, presidente dal 2009 dell’organo parlamentare
Inchiesta sui “punti nascita” della Commissione nazionale
 
PALERMO – Degli errori sanitari in Sicilia ne abbiamo parlato con Leoluca Orlando, deputato dell’Idv e presidente dal 2009 della commissione d’inchiesta Errori in sanità.
Presidente, in che modo la commissione intende fare fronte agli errori sanitari in Sicilia, specialmente a quelli che coinvolgono i parti, la ginecologia ed ostetricia?
“La ricorrenza di errori in ginecologia ha indotto la Commissione parlamentare ad avviare una organica inchiesta nazionale sui “punti nascita”, essendo inaccettabile che un evento naturale come la nascita si trasformi, talora, in un vero e proprio dramma. La Commissione prevede, entro i prossimi 5 mesi, di poter fornire una relazione sui punti nascita da sottoporre al Parlamento Nazionale. Criticità in materia sono, in particolare, tra le altre, riferite: ad una percentuale elevata di punti nascita con un numero troppo esiguo di parti per anno; al ricorso, sovente non motivato e disinvolto, al parto cesareo; alla inadeguatezza numerica, logistica e/o qualitativa delle Unità di Terapia Intensiva Neonatale.
Come opera la Commissione nel campo degli errori sanitari in Sicilia e nel resto d’Italia?
“Di fronte ad ogni ipotesi di c.d. malasanità, ed anche di fronte ad ipotesi di errori medici in senso stretto, la Commissione parlamentare si è sempre ispirata alla esigenza di accertare (e chiedere eventuale sanzionamento) il “chi” dell’errore, ma anche di accertarne il “perché”: tante volte il presunto errore medico è infatti accompagnato, facilitato o, anche, prodotto da anomalie funzionali e organizzative. La Regione Sicilia ha dovuto affrontare un forte disavanzo, che ha determinato la sottoposizione della Regione (come altre regioni) al c.d. Piano di rientro.
La Commissione ha sempre ribadito che il taglio dei disavanzi non è un valore in sé.
Il taglio è un valore se fa riferimento a sprechi, danni erariali, ruberie e, sinanco, parassitari complicità mafiose”.
Quali sono i prossimi obiettivi della Commissione?
“La Commissione ha in programma di predisporre relazioni organiche sul Servizio Sanitario Nazionale delle regioni Calabria, Sicilia, Veneto, Liguria, Campania, Puglia, Abruzzo, Lazio, Molise, Toscana e, per singoli casi, su tutte le altre Regioni italiane.
La Commissione non si occupa di tutti i casi di presunti errori sanitari, ma di quelli dei quali viene dalla stampa messa a conoscenza essere oggetto di inchiesta giudiziaria e di quelli oggetto di specifica, diretta denuncia alla Commissione; per tali ultimi, la Commissione richiede tassativamente, e per elementari ragioni di cautela, che le denunce siano accompagnate da relazione di medico o legale di fiducia del denunciante”.

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