La mancata raccolta differenziata, danno per ambiente ed economia - QdS

La mancata raccolta differenziata, danno per ambiente ed economia

Antonio Casa

La mancata raccolta differenziata, danno per ambiente ed economia

mercoledì 27 Aprile 2011

I Comuni che non fanno il riciclo dei rifiuti mandano più tonnellate in discarica e sprecano guadagni. Imprese private organizzate, mentre gli Enti locali perdono circa 14 milioni l’anno

CATANIA – La raccolta differenziata dei rifiuti è un affare. Per le imprese che ne hanno fatto la ragione sociale e per i Comuni. Soltanto che i primi l’hanno capito, eccome. I secondi continuano a nicchiare, soprattutto in Sicilia. Non si può spiegare altrimenti, visti i risultati. Oggi, infatti, la raccolta dei rifiuti destinata al trattamento per il riciclo, in Sicilia vale uno scarso 10% del totale. Secondo il Piano regionale dei rifiuti di Cuffaro (che però prevedeva l’utilizzo dei termovalorizzatori) dovrebbe essere quanto meno al 35%. Senza contare che la differenziata fa bene all’ambiente e crea posti di lavoro.
Sui mancati obiettivi, la Regione siciliana paga una sovrattassa. Non solo. La mancata differenziazione dei rifiuti è un doppio svantaggio, perché si perde il contributo che il Conai (Consorzio nazionale imballaggi) conferisce sul fatturato o sulla materia prima (vetro, plastica, carta, legno, acciaio, alluminio). Dal Conai i soldi tornano ai cittadini tramite i Consorzi di filiera, mentre i costi in discarica vengono scaricati sulle bollette Tarsu che noi, residenti nell’Isola, ben conosciamo.
Le imprese che selezionano e trattano i rifiuti riutilizzabili ricavano 200 euro per ogni tonnellata che trasferiscono ai consorzi. “Lavoriamo per i Consorzi – spiega Rosario Parisi, responsabile dell’impianto della Sicula Trasporti srl sito nella zona Industriale di Catania -. Veniamo pagati per i servizi di selezione, pressatura, movimentazione. Per lo più, questo impianto si sostiene sugli scarti dei supermercati”. Cioè il prezioso cartone. Che una volta trattato e reso come nuovo viene spedito, nella maggioranza dei casi, in Cina dove hanno l’esigenza di avere materiale a basso costo, compresi quelli di imballaggio.
Concetto ribadito: con i rifiuti il privato ci guadagna (e assume: 90 mila addetti in tutta Italia), il pubblico no.
A Catania la tariffa per conferire in discarica è di 60 euro la tonnellata, “che con gli addizzionali diventano 80 euro”, continua Parisi. Meno differenziata raccoglie un Comune, più manda rifiuti in discarica. E più paga (e fa pagare i propri cittadini).
Sicula Trasporti ha inaugurato a dicembre uno degli impianti di compostaggio più grandi d’Europa, sicuramente il più moderno. Impiega 70 dipendenti. Dal 1° gennaio scorso il rifiuto indifferenziato non può andare in discarica. Ovvio, pertanto, che il trattamento dei rifiuti, a parte la differenziata che viene fatta a monte (per esempio, con il sistema “porta a porta” o tramite gli speciali cassonetti).
“In genere, i Comuni non hanno ancora capito che più differenziano i rifiuti, più incassano. Tutto questo grazie alla proprietà dei rifiuti”, sentenzia Parisi. Di recente, il Qds ha calcolato che a fronte di 89.472 ton. di “frazione secca” proveniente dalla R.D. prodotta nell’intera regione, e conferita al Conai nel 2006, lo stesso ha trasferito ai convenzionati complessivamente € 3.454.057, un contributo sostanzialmente pari a quello percepito per il medesimo anno dalla sola città di Torino. Secondo una stima di massima inoltre i comuni siciliani perdono circa 14 milioni di euro di corrispettivi messi a disposizione dal Conai.
C’è qualcuno in ascolto dentro i nostri palazzi municipali, così a corto di soldi?

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