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Procura chiede 10 anni per Raffaele Lombardo

CATANIA –Dopo Totò Cuffaro, trema ora un altro ex presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, per il quale la Procura etnea ha chiesto  dieci anni di reclusione nel processo per concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio.
Il processo si celebra col giudizio abbreviato condizionato, dal 30 ottobre dello scorso anno, davanti al Gup di Catania Marina Rizza. Nata da uno stralcio dell’indagine Iblis dei carabinieri del Ros di Catania su presunti rapporti tra Cosa nostra, politica e imprenditori, l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia era sfociata con un processo per reato elettorale davanti al giudice monocratico per Raffaele Lombardo e suo fratello Angelo, allora deputato nazionale Mpa. La Procura ha poi presentato una richiesta di archiviazione per concorso esterno all’associazione mafiosa per i fratelli Lombardo, che il Gip Luigi Barone, in camera di consiglio, ha rigettato disponendo l’imputazione coatta. Nel frattempo i pm hanno contestato l’aggravante mafiosa per il reato elettorale, per voti di scambio che, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto da ambienti criminali, atto che ha di fatto concluso il processo davanti al giudice monocratico. Così le accuse dei due fascicoli sono confluite in un unico procedimento davanti al Gup Marina Rizza, che deve ancora decidere sul rinvio a giudizio di Angelo Lombardo.
Va detto che l’ex leader dell’Mpa ha rinunciato alla prescrizione del reato di corruzione elettorale. “Voglio rendere conto di tutto quello che ho fatto – ha spiegato Lombardo – per cui se dovessi essere ritenuto colpevole di reato elettorale pagherò”. “Io reati elettorali non ne ho commessi – ha sottolineato l’ex governatore – né, tanto meno, ho favorito la mafia. Io ho combattuto la mafia come, credo, poche volte è stato fatto nel passato”. “Dal 14 ottobre sarà la volta della difesa – ha annunciato l’ex governatore – e smonteremo pezzo a pezzo questa accusa virtuale, costituita su chiacchiere di mafiosi o presunti tali che molto spesso riferiscono voci mai suffragate da fatti”. Non è dello stesso avviso il procuratore capo di Catania, Giovanni Salvi. “Ho ritenuto – ha detto Salvi – che ci siano elementi solidi per affermare la responsabilità di Lombardo per avere contribuito all’organizzazione Cosa nostra per circa dieci anni, fino al 2009”. (aleo)