MILANO – Ha un impatto negativo sulla salute il particolato fine a livello di PM2,5 prodotto dall’inquinamento dell’aria dovuto al traffico automobilistico: provoca mortalità prematura in bambini e adulti; innesca l’infiammazione sistemica, altera i ritmi cardiaci, peggiora l’asma, la bronchite cronica e altre malattie respiratorie non escluso il cancro del polmone. Lo hanno mostrato con numerosi dati, gli esperti internazionali riuniti a Milano per un Seminario Internazionale promosso da Pier Mannuccio Mannucci, direttore scientifico dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano e Sergio Harari, direttore della Divisione Malattie respiratorie dell’Ospedale San Giuseppe. Per l’elvetico Nino Kuenzli l’inquinamento dell’aria in caso di gravidanza incide sullo sviluppo polmonare del neonato oltre a provocare un minor peso alla nascita dei bambini, che hanno un rischio del 60-70% in più di sviluppare asma. Inoltre, l’esposizione cronica al PM2.5 aumenta il rischio di morire di cancro polmonare e di malattie cardiovascolari, secondo l’americano Joel Schwartz, epidemiologo di Harvard, considerato uno dei massimi esperti del mondo, che ha citato studi recenti che indicano come il rischio di mortalità da particolato è maggiore di quanto si credesse.
