“Silenzio in aula”, progetto avviato dalla Questura di Catania in collaborazione con la Polizia Municipale. Il bullo prende potere se assecondato dal “gruppo” e se circondato da chi lo teme
CATANIA – Le agenzie sociali per i giovanissimi hanno un ruolo psico-pedagogico determinante al pari o coadiuvante quello della famiglia. Il gruppo svolge un ruolo altrettanto educativo, nel bene e nel male. Infatti esso influenza atteggiamenti e valori del singolo che possono essere in accordo o in disaccordo con quello che il ragazzo ha assorbito dalla famiglia.
Il bullismo rientra nella forma devastante di “gruppo”, una forma di mobbing dell’età evolutiva.
In realtà il bullismo (bullying) è il termine utilizzato per designare i comportamenti con i quali un singolo o un gruppo ripetutamente fa o dice cose per affermare il potere su gli altri, prendendo di mira il coetaneo (insulta, picchia la vittima fino ad angosciarla), fino al punto di “provare piacere” a disturbare chi psicologicamente è più incline alla vittimizzazione. Il bullo prende potere poiché è circondato e assecondato per lo più da chi lo teme e per non subire angherie.
Angelica Riso, vice-questore aggiunto della Polizia di Stato, Vice Dirigente della Divisione Polizia Anticrimine e responsabile dell’Ufficio Misure di prevenzione – Questura di Catania spiega le caratteristiche di questa realtà, le esperienze e gli interventi della PS. “L’attività di prevenzione svolta dalla Polizia di Stato è rivolta a quel fenomeno espressione di una involuzione della società civile denominato “bullismo” e alla “microcriminalità”.
Tale attività oltre a prevedere dei servizi mirati, è svolta con la collaborazione della polizia Municipale e coordinata dal servizio delle pattuglie miste (FF. PP. ed esercito) che operano nelle vie del centro cittadino soprattutto nel fine settimana, prestando attenzione negli orari e nei giorni in cui vi è un maggiore afflusso di minori che passeggiano a gruppi omogenei. Adeguati controlli sono intensificati nei pressi dei pub e dei bar dove i giovani si trattengono sino a notte inoltrata”.
“Nel ‘09, a seguito di episodi di violenza posti in essere da 5 ragazzi di età compresa fra i 12 e 15 anni, al parco Falcone di Catania gli agenti del Commissariato Borgo-Ognina hanno dovuto predisporre servizi mirati. Dagli accertamenti esperiti e dagli atti acquisiti – prosegue il vice-questore – si è evidenziato che il perdurare di azioni delittuose di gruppi di bulli che si sostenevano vicendevolmente, creavano un clima di intimidazione e disagi vari. Un tredicenne percosso, un altro rapinato e aggredito al quale gli sono stati procurati 7 giorni di prognosi. Non basta. Anche un genitore, nel tentativo di redarguire un giovanissimo aggressore, anziché ricevere le scuse, ha invece subito con forza un pugno in faccia dal ragazzino più grande del gruppo (15 anni) ed è stato aggredito ulteriormente dai componenti del branco”. I provvedimenti a carico dei minori non sono tardati. I ragazzini sono stati deferiti alla locale Procura della Repubblica presso Tribunale dei Minorenni, quali responsabili i concorso tra loro di reati di rapina, lesioni e percosse.
Nell’anno scolastico ‘09-’10 è stato avviato dal questore di Catania, Domenico Pinzello, il progetto “Silenzio in aula”. “Attraverso questo progetto – spiega Riso – sono state fornite ai ragazzi nozioni teoriche con lo scopo di indurli alla riflessione sui danni che i comportamenti scorretti e gli atti di bullismo, possono arrecare a se stessi e agli altri. 27 sono state le scuole che hanno aderito, hanno partecipato 3000 studenti di età compresa fra gli 11 e i 13 anni”.