Trapani. L’incuria di alcune strutture pubbliche.
Scherma. Fu costruito nel 2003 per ospitare i Campionati del mondo per le categorie juniores e cadetti. Dopo la fine del torneo, venne usato soltanto per qualche breve manifestazione.
Spostamento. Il prefabbricato sarebbe smontabile e riutilizzabile altrove, ma fino a questo momento i costi dell’operazione hanno bloccato qualunque iniziativa
TRAPANI – Sono stati stanziati un milione e 120 mila euro per il suo acquisto, ma alla fine è costato “solo” 951 mila 744,50 euro. Si tratta del Palavetro, struttura in acciaio e vetro, dimenticata all’aperto e in balia di venti e piogge. Il prefabbricato sarebbe smontabile e rimontabile con una spesa, secondo dati forniti dalla Provincia, intorno agli 80 mila euro. Secondo altri invece, ce ne vorrebbero addirittura 500.000. Se tuttavia, i costi reali legati a un suo riutilizzo sono incerti, una cosa non lo è di certo: è l’ennesima struttura abbandonata del territorio trapanese. Si trova attualmente “parcheggiato” – il termine non è casuale – proprio a due passi dall’area adibita alla sosta presso l’aeroporto di Birgi.
IL PASSATO – La sua storia ha inizio circa sei anni fa. Nell’aprile del 2003 la provincia di Trapani si aggiudicò l’organizzazione dei Campionati del mondo di scherma juniores e cadetti. Perciò si rese necessario affiancare al Palazzetto dello sport di piazzale Ilio, a Trapani, un’altra struttura, il Palavetro appunto, dove potere far svolgere le fasi eliminatorie. Al suo interno furono montate sedici pedane per gli assalti delle fasi eliminatorie, visibili anche dall’esterno grazie proprio alla trasparenza delle sue pareti.
I NUMERI – Il Palavetro è tuttora una struttura imponente, che non passa certamente inosservata: 56,60 x 46,20 metri, con una superficie totale coperta di 2.388,52 metri quadri, realizzata interamente con elementi smontabili. La sua altezza massima è di 8,80 metri, mentre l’altezza alla copertura è di 6 metri.
LA POLITICA – “Con questa scelta – disse l’allora presidente di centro destra della Provincia, Giulia Adamo – avremo una struttura che rimarrà disponibile per la fruizione di tutto il territorio anche in futuro, mentre procedere all’affitto di un tendone, come voluto dai consiglieri dell’opposizione, avrebbe comportato una spesa ridotta, ma del tutto inutile e per un impianto del tutto inadeguato ad ospitare un evento di cosi alto livello sportivo”.Alla soddisfazione della Adamo si contrappose la critica del centrosinistra. “La maggioranza e l’amministrazione Adamo – commentò al tempo il segretario provinciale dei Ds Giacomo Paglino – hanno deciso di sprecare denaro pubblico nascondendosi dietro una manifestazione sportiva internazionale. L’opposizione ha lavorato a una soluzione alternativa e con 65 mila euro, è possibile trovare un impianto efficiente e già collaudato in altre manifestazioni sportive”.
Lasciò un po’ perplessi gli osservatori d’allora, il fatto che, per risolvere un problema del genere, fosse stata proposta all’assise provinciale un’unica soluzione.
L’OBLIO – L’abbandono della struttura, in realtà, risale a circa tre anni or sono. Dopo i mondiali di scherma è stata utilizzata per alcune manifestazioni: promozione dei vini attraverso degustazioni e convegni, fiere di settore, convention su fitness, e così via fino al dicembre 2006.
LE PROPOSTE – Dopo di che, parole e proposte di utilizzo sono cadute nel vuoto. Si ricorda l’idea, tra le altre, di smontarlo e rimontarlo a Napola, una frazione del Comune di Erice, per riconvertirlo in un bocciodromo. I presunti alti costi di smontaggio e smontaggio e le solite polemiche, fecero naufragare miseramente l’ipotesi.
LO SPRECO – Questo è stato l’ultimo atto percepito dai contribuenti. Certo, perché è chiaro che il Palavetro è stato acquistato con soldi pubblici e quindi di tutti. Tre anni e, a oggi, nessuna soluzione concreta.
LA POLITICA (II) – A intervalli alterni alcuni rappresentanti del Consiglio provinciale hanno presentato delle interrogazioni all’attuale amministrazione provinciale, ed anche a quelle passate, tutte di centro destra, guidata da Girolamo Turano. A oggi, dopo parecchi mesi, non si sono avute risposte certe da parte del presidente. Certa cattiva politica, quella geneticamente parolaia e cialtrona, sta dando testimonianza di sé, una volta di più. Lasciare sul tavolo tanti interrogativi senza risposta è segno di una democrazia gravemente malata.