I numeri mettono in dubbio la tutela della salute, diritto costituzionale. Russo risponde all’associazione Dossetti. Prima del 2008 aveva raggiunto 900 milioni € portando la Sicilia quasi al commissariamento
PALERMO – Mancato collegamento tra le centrali del 118 e gli ospedali, assenza di una rete cardiologica e di un protocollo standard per il dolore toracico, tempi medi di attesa pari a 595 minuti negli ospedali regionali. In crisi anche la programmazione sanitaria, la formazione e l’aggiornamento del personale, i collegamenti diretti con gli ospedali di riferimento. Sono solo alcune delle criticità sollevate dall’Associazione Giuseppe Dossetti, nei confronti del sistema sanitario siciliano.
L’occasione si è presentata nel corso della “Giornata del diritto costituzionale per la tutela della salute” tenutasi lo scorso 7 giugno, presso la Sala Gialla di Palazzo dei Normanni a Palermo, a cui hanno partecipato esperti ed esponenti istituzionali, che grazie al loro prezioso contributo hanno monitorato la Salute, l’Ambiente e l’Alimentazione.
In apertura Claudio Giustozzi, presidente dell’associazione ‘G. Dossetti: i Valori’, sottolinea il valore aggiunto del convegno, perché occasione d’incontro con l’assessore alla Sanità Massimo Russo, “che vuole essere di proposta e non di protesta, nei confronti del sistema sanitario siciliano da cui emergono numerosi casi di malasanità”. Non si è fatta attendere la risposta dell’assessore Russo, intervenuto all’incontro: “Non so dove abbiano preso questo dato, 595 minuti, mi sembrano numeri in liberta, né so a quando risale l’analisi dell’Associazione Dossetti, ma avrei gradito che ascoltasse prima di dare un contributo.
Proprio ieri abbiamo presentato i risultati conseguiti con il 118 che addirittura si candida ad essere un modello per il Paese. Tra breve presenteremo le linee guida per la rete cardiologica e posso dire che la Sicilia è stata scelta come modello per un progetto europeo. Mi sono permesso di portare il mio libro bianco, dov’è decritto il processo di cambiamento realizzato da noi con numeri, fatti e dati inequivocabili.”. Dati alla mano, l’assessore alla Sanità chiarisce: “La Sicilia sarà in grado di chiudere il 2011 con un deficit sanitario di appena 97 milioni di euro. Siamo orgogliosi di questo risultato, perché siamo ben lontani dalle centinaia di milioni di euro e dal 900 milioni di deficit strutturale che prima del 2008 avevano portato la Sicilia alle soglie del commissariamento”.
“Al deficit sanitario – ha concluso Russo – è stato possibile negli anni scorsi far fronte attraverso le addizionali Irap e Irpef dei siciliani. Dal 2012 la Regione siciliana potrà ridurre le addizionali e consentire di immettere ricchezza nel circuito economico”.
Una posizione in parte condivisa da Ettore Denti, Presidente Aiop Catania, secondo cui “la Regione Siciliana è stata molto brava a rispettare gli impegni assunti con il Ministero della Salute, ma la qualità percepita dal cittadino è di fatto diminuita”. A tal proposito Denti chiarisce: “quasi sempre negli ultimi mesi dell’anno il malato ha dovuto pagare o rinviare gli esami come tac, risonanza, pet o interventi specialistici”.
Sulla stessa linea Ranieri De Maria, consulente tecnico della Commissione Parlamentare d’inchiesta sugli errori in campo sanitario, che in termini di sfida, sottolinea la necessità di disporre di risorse che garantiscano il livello quantitativo e qualitativo dell’assistenza, rispetto ad una spesa sanitaria in costante crescita”. E conclude: “l’attuale sistema sanitario non sa prendersi cura di chi non può guarire”.