ROMA – Nelle prove scritte di concorsi pubblici e test di ammissione nelle Università, la violazione della regola dell’anonimato comporta l’invalidità della graduatoria finale. è il principio espresso dall’Adunanza plenaria del Consiglio di Stato in una sentenza con la quale ha ammesso ai corsi alcuni studenti che erano stati esclusi dalla graduatoria di medicina e chirurgia di Messina.
