CATANIA – Villaggio Sant’Agata, Librino, San Giovanni Galermo, e poi ancora Nesima, Picanello, Fasano: le periferie di Catania, spesso vere e proprie città nella città, vengono da troppo tempo lasciate in totale stato di abbandono, non solo dal punto di vista delle manutenzioni e del verde pubblico, ma anche relativamente al trasporto pubblico, alla viabilità, e alla sicurezza.
In alcuni casi, come ad esempio nel caso del quartiere di Villaggio Sant’Agata, nemmeno i nomi delle strade sono ancora stati assegnati – le strade sono identificate da una lettera e le abitazioni dal numero civico – quasi a sottolineare l’estraneità dell’amministrazione comunale. Qui, a due passi dall’aeroporto e dal centro della città, i molti problemi segnalati negli anni dai residenti, a distanza di tempo e con il susseguirsi delle varie Giunte comunali, non hanno avuto mai una risposta. Tra le numerose criticità, le condizioni in cui versa la piazza della zona B del Villaggio, uno dei pochi spazi pubblici comunali del popoloso quartiere periferico, letteralmente lasciato in stato di abbandono.
“Una piazza – hanno spiegato i responsabili dei circoli del Pd di Librino e del Villaggio i quali, proprio per chiedere la manutenzione e la riqualificazione della zona e colmare il disinteresse degli ultimi quarant’anni, hanno organizzato una petizione popolare – che dall’anno di realizzazione del Villaggio Sant’Agata, e cioè dal lontano 1967, non è mai stata oggetto nemmeno di un intervento di manutenzione, riqualificazione o ristrutturazione da parte del Comune. Una vicenda inspiegabile perché, come risulta da documenti della Direzione Patrimonio, l’area è di competenza comunale”.
Spostandoci verso l’Etna, a Canalicchio, periferia nord di Catania, le cose non sembrano molto diverse: qui, per esempio, il problema è rappresentato dall’assenza di manutenzione del verde pubblico e degli spazi comunali che, in particolare nella zona di via Tito Manlio Mansella, in corrispondenza di ciò che rimane dell’acquedotto romano, sotto la Timpa di Leucatia, causa una situazione di pericolo, soprattutto relativamente agli incendi.
A lanciare l’allarme è stato il consigliere di quartiere Vincenzo Crimi, che da tempo chiede all’amministrazione comunale di effettuare interventi urgenti nella zona compresa tra la via Manzella e la via Marchesi, dove un’ampia porzione di terreno comunale lasciata all’incuria e nei cui pressi passa il metanodotto potrebbe prendere fuoco da un momento all’altro a causa del caldo estivo.
“La zona non viene mai scerbata o pulita – spiega Crimi – nonostante le numerose denunce e la richiesta, da parte della popolazione, di valorizzare l’area, realizzandovi un piccolo parco urbano. Inoltre nel sottosuolo passa una condotta di gas metano, cosa che dovrebbe richiedere maggiore attenzione daparte degli amministratori”.
In un apposito documento inviato alle direzioni comunali lo scorso 9 maggio è stato segnalato “uno stato di potenziale pericolo che interessa ben 3.000 persone”. Una situazione attestata dalla stessa Protezione civile che, in seguito a sopralluogo, ha scritto ai dirigenti comunali interessati di “intervenire con la massima urgenza provvedendo al decespugliamento e creando apposite fasce tagliafuoco al fine di salvaguardare l’incolumità pubblica”.
Da parte dell’amministrazione, la rassicurazione che gli interventi volti alla pulizia e alla manutenzione di alcune zone e spazi verdi della città, già iniziati, verranno estesi anche nelle aree periferiche di Catania.
