Sappiamo che la gestione di Etnapolis, sin dalla sua nascita nel novembre del 2005, rientra nelle attività del Gruppo Abate. Come s’incastra la gestione di un Centro commerciale, all’interno del vostro gruppo?
“L’attività primaria del Gruppo Abate è rivolta alla GdO (grande distribuzione organizzata, ndr) nel settore alimentare che, anno dopo anno, subisce costantemente le evoluzioni del commercio dal dettaglio all’ingrosso. Nonostante la crisi, noi andiamo verso una grande espansione, specie nella parte occidentale dell’Isola. Non a caso infatti, proprio di recente, abbiamo aperto un punto vendita a Petrosino nel trapanese, e in questo mese di luglio, ne apriremo uno a Partinico (nel palermitano). Entro la fine dell’anno è prevista l’apertura di un nuovo punto vendita a Palermo. Nell’ottica della forte espansione che stiamo attuando, non dobbiamo sottovalutare però, l’importanza data dalla chiusura di un punto vendita a Misterbianco (Catania)”.
Nell’ottica futura di aumentare i punti vendita, con che occhio si guarda alla concorrenza, specie nella provincia di Catania (dove sono sorti svariati centri commerciali)?
“Guardando alle attività indigene, siamo il gruppo più forte e con maggiore quantità di punti vendita. La concorrenza dunque, non ci preoccupa. Anzi, ci fa lavorare meglio. Nel nostro settore, si distinguono i gruppi “solidi” e quelli “bombardati”: i primi, hanno un forte radicamento nel territorio ed una storia imprenditoriale efficace; i secondi, al contrario, cambiano spesso identità, mancano di continuità nel mantenimento del marchio, ed hanno una scarsa penetrazione territoriale.
“La concorrenza aumenta ogni giorno di più. Quindici anni fa, eravamo in pochi, e i margini erano maggiori. Oggi invece, se da un lato si riducono gli spazi a disposizione dove poter far sorgere nuove realtà, aumenta però la scelta”.
Quale strategia adottate dunque, per arginare la continua crescita della concorrenza?
“Diversificando la richiesta e avendo un’ottima conoscenza del territorio, si hanno buoni risultati. Scegliere poi, i marchi giusti che garantiscono ad esempio la freschezza sui banchi alimentari. E fare una buona politica dei prezzi. L’equazione è semplice: qualità, prezzi contenuti, marchi registrati e accoglienza alla clientela: il risultato è garantito. Nella scala di valutazione, è sbagliato mettere la voce “prezzo” al primo posto. Per l’esperienza maturata in questi anni, ritengo che si debba parlare semmai di pulizia degli ambienti, servizio efficiente, accoglienza calorosa e attenta… il prezzo, lo metterei al sesto posto…”.
A proposito di clientela: le percentuali registrate di visitatori che si recano ad Etnapolis, sono in continuo aumento…
“Rispetto allo scorso anno, abbiamo avuto un aumento di visitatori del 25%. Le cifre vengono aggiornate giorno dopo giorno, grazie a sensori installati nelle zone d’apertura. Escludendo chi si reca ad Etnapolis per accedere alla parte destinata a Castorama (in fase di trasformazione in Leroy Merlin) o al Warner Village (il cinema multiplex), abbiamo registrato sinora, oltre 10 milioni di visitatori. Il fatturato è in crescita: solo qualche piccolo negozio non è andato o non va bene, ma ciò si verifica solo quando manca un’identità precisa o un orientamento chiaro”.
Dunque se chiedessimo due termini per indicare la chiave del successo?
“Direi efficienza e marginalità. Ma anche innovazione nella tradizione. L’orientamento commerciale deve essere chiaro e mantenuto costante nel tempo. Così come l’efficienza del personale deve essere costantemente aggiornata. Per quanto concerne i margini di guadagno, prima di tutto si devono garantire i servizi: la logistica, lo stoccaggio, l’accoglienza, le campagne di comunicazione e la cura dell’immagine, il lancio di un marchio. Tutto deve essere seguito con cura e attenzione: solo così i risultati arrivano”.
“Il consumatore è il re indiscusso e ogni giorno devi essere capace di dare il massimo. Il consumatore poi, non è mai lo stesso. Per questo motivo alcuni imprenditori sono in crisi: non si può uniformare la scelta perché il consumatore diventa sempre più esigente. Ciò si traduce in una costante crescita e miglioramento professionale, altrimenti non riesci a garantire il risultato”.
All’interno del Gruppo Abate, quanto ha inciso la nascita di Etnapolis, da un punto occupazionale?
“Da questo punto di vista, non ha inciso fortemente. Rispetto al livello occupazionale del Gruppo che ha complessivamente all’attivo 2.600 unità, l’attività di Etnapolis è una cosa a sé stante”.
I centri commerciali sono luoghi dove oltre allo shopping, si organizzano eventi. Da questo punto di vista, come si muove Etnapolis?
“Abbiamo sostenuto la causa “shopping-eventi”, sin dalla sua nascita. Nell’arco di questi anni, infatti, sono stati organizzati eventi culturali, mostre e anche manifestazioni di natura sportiva: il mese scorso abbiamo inaugurato i campi di beach volley, calcetto a cinque e basket, organizzati nell’area esterna del Centro commerciale. Abbiamo realizzato un “percorso natura” lungo i 27 ettari che cingono il Centro e da ultimo, abbiamo sposato molte attività a scopo sociale: ogni evento realizzato a Etnapolis, ha una finalità di natura sociale. Etnapolis viene definita la “città del tempo ritrovato” non a caso, perché le famiglie hanno l’opportunità di fare gli acquisti senza lo stress del parcheggio e di assistere ad eventi, in tutta serenità”.