Economia. Le nove province isolane nel contesto nazionale.
Sistema diviso. All’indomani della crisi il Pil siciliano è spaccato tra realtà in crescita (Messina, Trapani, Siracusa, Ragusa, Caltanissetta) e realtà in calo (Catania, Palermo, Agrigento).
Catania. Il capoluogo etneo è al di sotto della media isolana, ma presenta il saldo più incoraggiante (1,74%) tra imprese nate e imprese cessate, segno di vitalità del tessuto imprenditoriale.
PALERMO – All’indomani dell’uscita della crisi economica globale la Sicilia ha visto crescere nel 2010 il proprio Pil dell’1,1% rispetto al 2009 con una articolazione abbastanza differenziata tra le province. Da realtà con dinamica in controtendenza (Catania – 0,3%, Palermo – 0,2%, Agrigento – 1,8%) a province con dinamica positiva (1,5% di Messina, 2,2% Trapani, 4,3% Siracusa, 4,4% Ragusa, 5,8% Caltanissetta). In ogni caso la Sicilia si è attestata su livelli di crescita ben inferiori al Nord Italia con il suo + 2,3% e al Centro (+ 1,9%). Il divario, dunque, aumenta in modo preoccupante.
Un dato su tutti: la “migliore” tra le province siciliane in classifica nazionale per Pil pro capite, Siracusa, si trova solo all’81° posto. C’è poco da stare sereni.
(continua)