Mobilitazione su scala regionale contro l’installazione del Muos - QdS

Mobilitazione su scala regionale contro l’installazione del Muos

Mobilitazione su scala regionale contro l’installazione del Muos

venerdì 10 Luglio 2009

Approvato dal consiglio provinciale di Catania l’odg che chiede un intervento per fermare il progetto. Scilipoti (Idv): “Pericolo per l’ambiente e per la salute della comunità”

NISCEMI (CL) – “Sulla questione dell’antenna Muos di Niscemi stiamo agendo sul fronte istituzionale e su quello sociale”. Le parole di Antonio Tomarchio, consigliere provinciale di Catania in quota Comunisti Italiani, si sono tradotte nella presentazione dell’ordine del giorno sull’installazione del nuovo sistema Muos della Marina militare degli Stati Uniti d’America, in contrada Ulmo presso Niscemi, approvato lo scorso 25 giugno dal consiglio provinciale. Tuttavia esiste la necessità di un’azione su scala regionale e nazionale quale elemento sostanziale per proseguire la battaglia verso orizzonti più ampi. “Il Consiglio si è espresso a favore dell’o.d.g – ha spiegato Tomarchio – chiedendo quindi che il presidente Castiglione intervenga a livello regionale per contrastare questa opera che avrebbe un grave danno per l’impatto ambientale e conseguenze disastrose per la salute non solo degli abitanti di Niscemi ma di tutta la regione”.
Proprio lo scorso marzo anche il presidente Lombardo aveva esplicitamente chiesto l’intervento del premier Berlusconi sulla vicenda. Anche l’amministrazione comunale è compatta nel dichiarare il netto diniego alle operazioni di installazione, mentre sul piano sociale continua la mobilitazione di associazioni e cittadini. Sul sito del movimento NoMuos Niscemi non ci sono grandi dubbi sulla pericolosità dell’impianto. “Dalla messa in funzione – ha confermato Tomarchio – produrrà onde elettromagnetiche nocive alla salute umana con rischi di tumori, leucemia e malformazioni genetiche anche dopo decenni”.
Il popolo dei naviganti ha legittimato il suo timore attraverso una votazione plebiscitaria che in poco più di due mesi di votazione on-line ha attestato il “credo sia pericoloso” all’88,4% e “ho ancora seri dubbi” all’11,6%. Il sondaggio rappresenta la conferma delle grandi manifestazioni di protesta che hanno visto scendere in piazza lo scorso febbraio, secondo gli organizzatori, circa 3mila persone. L’antenna sarebbe installata in contrada Ulmo, a pochi chilometri dal centro abitato, e diventerebbe il corollario ad altre 41 antenne che fungono da supporto ai voli della vicina base di Sigonella. Negli ultimi mesi intanto il tema si è rapidamente allargato coinvolgendo dapprima le province vicine e poi in un rapido giro di botta e risposta anche i vertici nazionali degli schieramenti politici. Domenico Scilipoti, deputato dipietrista, ha aperto il fuoco di sbarramento già lo scorso febbraio decretando “la massima allerta nei confronti di fattori inquinanti in grado di alterare sensibilmente l’equilibrio e la salute dell’uomo”.
 
L’appello si rivolgeva direttamente a Stefania Prestigiacomo, ministro dell’ambiente, e Ignazio La Russa, Ministro della Difesa. In realtà quest’ultimo già da tempo aveva vagliato l’ipotesi dell’installazione al punto da respingere l’accusa di qualsiasi tipo di ricaduta insalubre sull’uomo, e assicurando, come risposta all’interrogazione di sette parlamentari del PD, sia sulla esposizione elettromagnetica, considerata “minima ed improbabile”, che sulla misurazione da inquinamento di radiofrequenze, eseguibile, però soltanto dopo l’installazione dell’antenna.

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