CATANIA – Sembra ormai deciso: dalla prossima settimana l’area di piazza Duomo, compresa parte della via Vittorio Emanuele, saranno interdette al traffico veicolare. Il progetto, sperimentale e parte del Piano generale urbano del traffico, sarebbe infatti già pronto per partire, come dimostrerebbe il fatto che le squadre del Comune stiano già approntando la nuova segnaletica. Una scelta che in città ha già scatenato dure reazioni, in particolare quella dei commercianti e degli operatori della zona, che denunciano il rischio della morte delle attività nell’area interessata dal provvedimento.
Se infatti, secondo l’amministrazione, la chiusura di piazza Duomo allineerebbe la città di Catania alle grandi città italiane ed europee, dove le zone centrali sono in prevalenza pedonali e, di certo, non caratterizzate da file di automobili incolonnate – pensiero certamente condivisibile – a essere lamentata da parte delle associazioni di categoria è l’assenza di una qualsiasi forma di concertazione con chi, da sempre, ha rappresentato una delle basi dell’economia cittadina.
“Caro sindaco, consideri questa lettera un vero e proprio appello, l’appello di chi ritiene di dovere difendere non solo i legittimi interessi generali di una categoria ma anche e soprattutto quelli della Città intesa come valore”. Queste le parole con cui Confcommercio, Confesercenti e Associazione Pescheria si sono rivolte al primo cittadino di Catania, Raffaele Stancanelli in una lettera per denunciare contrarietà alla paventata chiusura della via Vittorio Emanuele e delle strade limitrofe.
Gli operatori del commercio temono che provvedimento porti “alla paralisi del commercio dell’area in questione”, evidenziando come “la rimodulazione della viabilità in via Dusmet e via Vittorio Emanuele meriti una valutazione sulle conseguenze che determinerà sulle attività economiche, valutazione non effettuata dai tecnici”. La decisione dell’amministrazione di chiudere o limitare la circolazione in vie come la via Garibaldi o la via Vittorio Emanuele, secondo i commercianti, porterebbe alla chiusura di molti negozi e, di conseguenza, alla depauperazione dell’area.
Gli operatori del commercio temono che provvedimento porti “alla paralisi del commercio dell’area in questione”, evidenziando come “la rimodulazione della viabilità in via Dusmet e via Vittorio Emanuele meriti una valutazione sulle conseguenze che determinerà sulle attività economiche, valutazione non effettuata dai tecnici”. La decisione dell’amministrazione di chiudere o limitare la circolazione in vie come la via Garibaldi o la via Vittorio Emanuele, secondo i commercianti, porterebbe alla chiusura di molti negozi e, di conseguenza, alla depauperazione dell’area.
“La questione della viabilità – si legge ancora nella lettera firmata dalle associazioni di categoria – non può essere vista solamente nell’ottica del riequilibrio modale se per effetto di un Piano di circolazione chiudono il 30-50% dei negozi di una strada o di un quartiere, la conseguenza è lo svuotamento della strada o quartiere del suo contenuto principale, il commercio”.
Di alternative, però, se ne vedono poche e appare inevitabile la chiusura della zona di piazza Duomo al traffico, almeno quello privato, dal momento che sembra siano stati individuati segni di cedimento del sottosuolo nelle aree in questione. Quello che, però, sembra ancor più evidente, è l’assenza di ogni forma di concertazione e di studio condiviso che potrebbero agevolare Catania e i suoi abitanti di fronte a queste piccole rivoluzioni che, se non supportate da condivisione e provvedimenti paralleli – come il potenziamento del trasporto pubblico – rischiano di ripercuotersi negativamente su tutto il sistema città.
Sembra, comunque, che il Comune abbia deciso di far partire la sperimentazione proprio ad agosto, quando il traffico non è congestionato, proprio per verificarne gli effetti.
Di alternative, però, se ne vedono poche e appare inevitabile la chiusura della zona di piazza Duomo al traffico, almeno quello privato, dal momento che sembra siano stati individuati segni di cedimento del sottosuolo nelle aree in questione. Quello che, però, sembra ancor più evidente, è l’assenza di ogni forma di concertazione e di studio condiviso che potrebbero agevolare Catania e i suoi abitanti di fronte a queste piccole rivoluzioni che, se non supportate da condivisione e provvedimenti paralleli – come il potenziamento del trasporto pubblico – rischiano di ripercuotersi negativamente su tutto il sistema città.
Sembra, comunque, che il Comune abbia deciso di far partire la sperimentazione proprio ad agosto, quando il traffico non è congestionato, proprio per verificarne gli effetti.
