BRUXELLES – Peggiora la performance del sistema giudiziario italiano nella definizione di cause civili e commerciali in primo grado, secondo il quadro di valutazione presentato da Bruxelles. Se, infatti, secondo la precedente analisi erano necessari quasi 500 giorni (dati 2010), dall’attuale emerge che sono saliti a quasi 600 (dati 2012). “Sono preoccupata per paesi che come l’Italia sono in basso nella scala della valutazione sulla giustizia. Anche l’Ungheria è in basso, ma dà segnali di miglioramento graduale. C’è un nesso diretto tra giustizia civile e commerciale e la mancanza di propensione agli investimenti”: così Reding, vice presidente commissione Ue. L’Italia è ancora maglia nera quanto a numero di casi pendenti per cause civili e commerciali, sebbene mostri qualche miglioramento, secondo il quadro di valutazione Ue. Se infatti sulla base dei dati 2010 raggiungeva oltre sei casi pendenti in primo grado ogni cento abitanti, secondo i dati 2012 i casi si sono ridotti a circa 5,5. Peggio solo Croazia e Grecia (mancano invece i dati di Cipro, Belgio, Bulgaria, Irlanda, Olanda e Gran Bretagna).
Segnali positivi si colgono invece per il tasso di esecuzione, che misura la capacità di un’organizzazione di smaltire il carico di lavoro, sulla base del rapporto tra i casi aperti e chiusi nel periodo di riferimento.
Segnali positivi si colgono invece per il tasso di esecuzione, che misura la capacità di un’organizzazione di smaltire il carico di lavoro, sulla base del rapporto tra i casi aperti e chiusi nel periodo di riferimento.
