L’assessore all’Economia ha firmato in serata il decreto attuativo. All’Ars la sottocommissione d’inchiesta sull’informatizzazione
PALERMO – Firmata ieri dall’assessore all’Economia Gaetano Armao la circolare attuativa del decreto sui tagli ai costi della politica siciliana. Abbiamo raggiunto ieri telefonicamente l’assessore Armao che ci ha assicurato che l’avrebbe firmata in serata, insieme con il decreto sulla riduzione della società partecipate dalla Regione, che da 34 devono scendere a 14. La circolare renderà attuativi il primo di settembre i provvedimenti approvati dalla Giunta lo scorso 6 agosto. Prevista la riduzione del 10% degli stipendi degli assessori, che passeranno da 12.500 netti a 11.250 al mese.
Il Governo regionale attuerà anche una riduzione sulle consulenze e i componenti degli uffici di gabinetto. Questi ultimi scenderanno dai 21 previsti, tra interni ed esterni, a 14, con un risparmio di circa 2,2 milioni di euro. Verranno anche ridotte dell’80% le spese per studi, ricerche, comunicazione e sponsorizzazione di eventi. Questa ultima sforbiciata dovrebbe far risparmiare un altro milione di euro all’anno.
Nella manovra prevista la riduzione anche dei compensi per amministratori e direttori generali delle partecipate, per i quali saranno previsti stipendi massimi di 120.000 euro all’anno. Una riduzione che comunque mantiene una provvidenza generosa, visto che si parla di diecimila euro al mese.
Per quanto riguarda invece la riduzione del numero delle partecipate, questa non prevede nell’elenco di quelle che vengono eliminate, la Società Sicilia e-servizi, che si occupa della informatizzazione della Regione siciliana. Su questa società sta “indagando” una apposita commissione istituita dall’Assemblea regionale siciliana. La commissione è stata costituita con decreto del presidente dell’Ars il 6 maggio di quest’anno e insiediata il 21 giugno. Il presidente della commissione è Riccardo Savona che è anche presidente della commissione Bilancio. Quattro le sedute che si sono svolte fino ad oggi e a seguito delle quali sono stati acquisiti i documenti relativi alla società e alcuni ancora devono pervenire alla commissione come i bilanci e l’elenco dei dipendenti impiegati a vario titolo.
Tornando ai costi della politica, l’argomento più pressante comunque riguarda non tanto i tagli degli stipendi dei parlamentari, ma piuttosto il numero degli stessi, che secondo le direttive della manovra del 13 agosto del governo Berlusconi in Sicilia dovrebbero scendere da 90 a 50. Secondo voci di corridoio, il Parlamento di Palazzo dei Normanni sarebbe più propenso ad approvare il disegno di legge che si trova già depositato negli uffici dell’Ars e che prevede una riduzione a 70 deputati.
Il dilemma è che se la Regione non si adeguerà alla normativa nazionale incorrerà in sanzioni e mancate premialità come stabilito dall’art. 14 della manovra nazionale. Se invece approverà il ddl regionale, ci saranno lunghi tempi per l’approvazione da parte del Parlamento regionale e quindi il passaggio a Camera e Senato, con un allungamento dei tempi eccessivo rispetto ad un semplice recepimento.