La carta da giocare è il turismo tutto l’anno - QdS

La carta da giocare è il turismo tutto l’anno

La carta da giocare è il turismo tutto l’anno

sabato 11 Luglio 2009

Forum con M. Khelil Lajimi, ministro del Turismo della Tunisia

Il turismo è l’attività economica più redditizia della Tunisia?
“No, contrariamente a quanto si possa pensare, la Tunisia è un paese essenzialmente industriale. Il 20% del Pil proviene dall’industria manifatturiera; tantissimi prodotti vengono esportati soprattutto verso l’Unione Europea. In effetti, l’Italia è il nostro secondo partner commerciale dopo la Francia, naturalmente; molte imprese italiane vengono ad impiantarsi in Tunisia nel settore dell’artigianato, del tessile, dell’elettronica e della meccanica.
“Il turismo è al quarto posto tra le attività economiche. È tuttavia importante per l’equilibrio della bilancia dei pagamenti correnti, poiché rappresenta essenzialmente la maggior entrata di contanti che coprono così più della metà del deficit commerciale. Il turismo inoltre impiega direttamente e indirettamente 400.000 Tunisini, 100.000 lavoratori diretti e 300.000 indiretti.
“Ma ciò che è più importante, ma che non percepiamo, è che il turismo permette a 7.000.000 persone – rispetto ad un paese di 10.000.000 abitanti – di venire a scoprire la Tunisia. Ciò è basato sul dialogo e lo scambio culturale e sociale,  cioè sulla scoperta della cultura e della vita sociale della Tunisia. È un melting pot culturale che fa sì che il tunisino sia molto aperto e conosca bene le diverse popolazioni”.
Da quali paesi proviene il maggior numero di turisti?
“La bellezza delle spiagge della Tunisia, i suoi tesori archeologici e le sue ricchezze culturali attraggono, ogni anno, più di cinque milioni di turisti che vengono da diverse regioni del mondo. Al primo posto, vi sono i Francesi con 1.400.000 turisti all’anno, poi i Tedeschi con 500.000 e infine gli Italiani con 450.000”.
 
Quali sono le zone della Tunisia più interessate dall’attività turistica?
“Tutta la costa del Mediterraneo che si estende su 1.300 chilometri è naturalmente meta delle vacanze balneari e rappresenta l’80% del turismo in Tunisia. E vi sono anche bellissimi siti punici e romani come Cartagine ed altri luoghi storici del Paese: i templi romani di Dugga e di Sbeitla, il porto punico di Utica, le ville romane di Bulla Regia, il Colosseo d’El Gem, il più importante dopo quello di Roma.
“L’architettura arabo-musulmana attrae anche particolarmente l’attenzione dei visitatori. Non ci si annoia mai nel contemplare, soprattutto, la Grande Moschea di Qairouan, quella della Zituna così come la Medina, o antica città, di Tunisi. Questo per quanto riguarda l’attività turistica del  periodo estivo. Ci stiamo attivando da qualche anno nell’ambito di un turismo alternativo, fuori stagione, che possa interessare altre zone del Paese  e coprire i mesi invernali; sviluppiamo in effetti le attività turistiche nel Sahara, gli itinerari di golf – poiché la Tunisia possiede ben 10 campi da golf –  e il benessere della talassoterapia”.
Perché in Sicilia, terra così vicina alla Tunisia, si conoscono poco tutte queste attrattive turistiche della Tunisia?
“Ha ragione, purtroppo manca una buona comunicazione, facciamo poche campagne pubblicitarie che possano fare scoprire gli atouts della Tunisia. Quando si pensa alla prossimità tra queste due zone del Mediterraneo… non è normale! Ma occorrono una comunicazione efficace e soprattutto i mezzi di trasporto, cioè in questo caso, voli aeri più frequenti. A questo proposito, dall’anno prossimo verrà messo in atto l’accordo di open sky con l’Unione europea; non vi saranno più monopoli da parte delle grandi compagnie aeree e il traffico aereo da punto a punto verrà liberalizzato senza autorizzazione da parte dell’aviazione civile e delle autorità”.
Quali iniziative di cooperazione con la Sicilia intende attivare?
“Pensiamo di concertare iniziative con il Presidente della Regione Sicilia e le personalità siciliane operanti nel settore; ma soprattutto bisogna mettere in contatto i professionisti del turismo per farli lavorare insieme con lo scopo di migliorare le sinergie. Le autorità, da parte loro, devono sostenere e facilitarne gli scambi e la comunicazione”.

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