Bisogna sciogliere la questione Dr Motor-De Tomaso: non c’è posto per due aziende automobilistiche nel polo. L’incontro tra Lombardo e Romani per fare luce sulle aziende che subentreranno alla Fiat
PALERMO – Altra giornata campale per il futuro di Termini Imerese. Proprio oggi, infatti, è previsto l’incontro tra Raffaele Lombardo, governatore della Regione siciliana, e Paolo Romani, ministro dello Sviluppo economico. Nei giorni scorsi un’ulteriore riunione del Gruppo di coordinamento, presso il ministero dello Sviluppo economico, ha monitorato lo stato di attuazione dell’Accordo di programma per la reindustrializzazione del polo di Termini Imerese. Permane ancora una stato generale di incertezza a fronte dell’unica verità conclamata: a fine anno la Fiat lascerà lo stabilimento palermitano.
Le probabilità sul futuro di Termini Imerese devono essere costruite come un complicato puzzle. Le ultime indiscrezioni dicono che Dr Motor di Massimiliano di Risio sarebbe davanti a tutti nella corsa ad eliminazione per succedere a Fiat nello stabilimento di Termini Imerese. La Dr dovrebbe produrre le city car Dr1 e Dr2 e probabilmente anche il suv Dr5. I numeri parlano di un progetto per la costruzione di 60 mila unità a regime nel 2016 e il riassorbimento di 1.300 dipendenti in quattro anni. Sulla questione restano però perplessi i sindacati. Roberto Mastrosimone, Fiom Cgil, ha spiegato le sue perplessità in merito al mantenimento dei livelli occupazionali, che comunque nel migliore dei casi lascerebbero fuori 900 dei 2200 occupati attualmente. I dubbi si addensano, secondo i sindacati, anche sulle effettive potenzialità di piazzare nel mercato italiano le vetture dell’impresa molisana.
Allo stato dei fatti, il Gruppo di coordinamento ha ratificato le istanze di tre società – Lima Corporate Spa, Biogen Termini Srl e la De Tomaso Spa – che avevano prodotto la documentazione oltre l’8 luglio, la data di scadenza fissata. Invitalia, advisor del ministero dello Sviluppo economico, potrà così valutare anche queste proposte e darne verdetto proprio oggi.
Complessivamente sul tavolo dell’advisor, quindi, ci saranno i piani di De Tomaso (auto), Lima Group, Biogen, Newcoop, Einstein Multimedia. Il potenziale livello occupazionale, se escludiamo i settori automobilistici, sarebbe comunque assai blando perché non arriverebbe a coprire neanche una minima parte degli attuali impiegati presso Sicilfiat.
La proposta della Dr Motors, l’unica che abbia sinora redatto un piano preciso e complessivo della sua azione su Termini, resta,però, incompatibile, come più volte ribadito dagli addetti ai lavori, con la De Tomaso. Termini, insomma, sarebbe troppo piccola per due investitori nel settore dell’automotive. Su questo punto è intervenuto anche il sindaco di Termini Imerese che ha specificato come “bisogna che i titolari delle scelte si assumano la responsabilità di indicare quale proposta è davvero funzionale al superamento della grave crisi industriale di Termini Imerese. Definita questa scelta, importante e non solo formale, bisogna avviare da subito con le parti sindacali dei metalmeccanici una discussione sulle modalità di reimpiego dei lavoratori della Fiat e dell’indotto”. Non bisogna sottovalutare anche l’appetibilità che potrebbero avere i contributi pubblici. In totale si tratta di 350 milioni di euro, promessi da governo (100 mln) e Regione siciliana (250 mln).