Il trasporto pubblico urbano approda in Consiglio comunale ma la seduta è “snobbata” dai consiglieri. L’assessore Sicali annuncia una bad-company cui accollare i debiti della gestione
CATANIA – La seduta straordinaria del Consiglio comunale per discutere del piano industriale dell’Azienda Municipale Trasporti è stata una delle più inutili e noiose della corrente amministrazione. Una passerella senza senso alcuno di pareri vari ed eventuali, spesso per nulla aderenti al tema della serata, espressi, cosa grave, prima di sentire i tecnici Amt.
Sì, perché la scelta che è stata fatta, sicuramente singolare, è stata quella di far parlare prima i consiglieri comunali e poi i rappresentanti dell’azienda. Ragionevolezza avrebbe voluto che si procedesse in senso contrario, come ovunque al mondo. Prima le relazioni dei funzionari Amt presenti, poi gli interventi degli esponenti della giunta ed infine le annotazioni dei consiglieri, che avrebbero avuto così modo di esprimersi su fatti concreti e non con preventive dichiarazioni francamente del tutto sterili.
Ed invece tutto alla rovescia, per una perdita di tempo di ore ed ore che non ha prodotto nulla di significativo.
Non che i cittadini fossero accorsi in massa a Palazzo degli Elefanti ad assistere alla seduta, per carità. E dire che il tema, quello del trasporto pubblico, è molto sentito a Catania, visti i quotidiani disagi della gente. Ma i catanesi, ormai è acclarato, sono così anestetizzati da non interessarsi più di nulla. Almeno finora. Perché non è da escludersi che il clima sociale possa prima o poi peggiorare rapidamente.
A dire il vero, se i cittadini mancavano in Aula, non è che i consiglieri abbondassero. Appena 18 su 45, della maggioranza (che ne ha, teoricamente, 35) e 6 dell’opposizione (che ne ha 10). Di questi, 3 quelli della lista “Con Nello Musumeci per Catania”, in genere sempre presenti in Consiglio.
Alla fine, qualcosa sul tema della serata è stata detta, nel disinteresse generale e con qualche consigliere che già era andato a casa, dall’assessore alla Partecipate Angelo Sicali (Pdl-An), che ha paventato lo sdoppiamento dell’Amt. L’idea potrebbe essere quella di una azienda sana per far proseguire il servizio ed una bad company cui accollare i debiti dell’attuale gestione. Una sorta di operazione Alitalia-Cai in salsa etnea, per intenderci. Ce solo da guardarsi in giro e rinvenire in fretta un Roberto Colaninno del caso che voglia e sappia mettere mano ad una simile operazione. Perché a conti fatti l’autonomia dell’Amt è davvero di pochi mesi e fra debiti e problemi tecnici l’azienda potrebbe anche entrare in crisi entro poco.
I numeri. Meno vetture e più attese alla fermata
CATANIA – Negli ultimi anni la contrazione dell’attività dell’Amt, società municipalizzata del Comune nata nel 1964, è stata evidente a tutti in città. I numeri, impietosi, forniti dalla stessa azienda non fanno che confermare l’osservazione empirica di chi quotidianamente viaggia sui mezzi pubblici catanesi. Dal 2001 ad ora, su 400 veicoli complessivi, le vetture utilizzate per il servizio su strada sono calate di molto, passando da 250 a circa 150, delle quali un centinaio sono in funzione da oltre 16 anni (alcune addirittura da 33, con un notevole aggravio di costi per la necessaria continua manutenzione). Solo 66 sono i mezzi a metano a disposizione dell’azienda, che non brilla per sensibilità ecologica. Sceso anche il numero di autisti, da 700 a 490, in un quadro generale che vede 934 dipendenti. Ovviamente, sono cresciuti i tempi d’attesa medi dell’utenza, tanto che non è al momento nemmeno ipotizzabile l’installazione alle fermate di moderni cartelli elettronici con l’indicazione in tempo reale dell’orario di transito dei bus.