La Sicilia rischia declassamento rating - QdS

La Sicilia rischia declassamento rating

La Sicilia rischia declassamento rating

giovedì 22 Settembre 2011

L’outlook è negativo per cui il debito della Regione sarà sotto osservazione. Lo afferma lo stesso assessore regionale all’Economia

PALERMO – La Sicilia al centro dell’attenzione economica più della politica. Ad intervenire per primo è stato l’assessore Armao che ha dichiarato che “Anche la Sicilia subirà il declassamento del rating da parte di Standard&Poor’s. Armao, ha sottolineato che i “fondamentali economici dell’isola sono buoni, ma l’outlook è negativo”, una condizione che spingerà l’agenzia di rating a mettere sotto osservazione il debito della Regione, così come ha fatto nei giorni scorsi con quello dello Stato italiano.
“Ora in Sicilia è necessaria una finanziaria di svolta non solo per il risanamento dell’economia, ma anche per l’investimento e per la crescita – ha aggiunto Armao –  Una finanziaria che abbia un impatto forte, puntando su scelte che abbiano risvolti concreti. Tengo comunque a sottolineare come la situazione debitoria regionale sia comunque sotto controllo. I 5 miliardi di debito attuali sono dovuti, per la metà, al risanamento del sistema sanitario, e per l’altra metà a spese di investimento, sintomo di vitalità, di sguardo al futuro. Per rientrare dal debito stiamo comunque mettendo in atto vari provvedimenti come quello dell’annullamento in autotutela dei contratti swap che presentano irregolarità e che le banche non vorranno rivedere”.
Di rimbalzo il parlamentare Edoardo Leanza (Pdl) che assicura che “La manovra finanziaria varata dal governo nazionale non intacca minimamente la dotazione dei fondi Fas per la nostra Isola e, nello specifico, non presenta rischi per il completamento della strada “Nord-Sud”, che collegherà Gela e Santo Stefano di Camastra, passando per Leonforte, Nicosia e Mistretta”. Leanza risponde alla Cgil che ha paventato, per la Sicilia, un addio a strade, ferrovie e dighe a causa dei tagli della manovra, usando quale esempio proprio la Nord-Sud. “La delibera Cipe del 3 agosto destina all’Isola una prima tranche di fondi Fas di 1 miliardo e 197 milioni, a fronte di una complessiva dotazione di oltre 7 miliardi destinati alle aree sottosviluppate. E questa dotazione è certa; basterà avviare la formalizzazione burocratica presso il ministero dell’Economia la Corte dei Conti”.
Intanto anche gli altri due sindacati confederali Cisl-Uil sono sul piede di guerra e oggi si daranno appuntamento sotto le finestre dell’Ars e della Presidenza della Regione con lo slogan “basta con la politica che costa e non decide”. I rappresentanti dei sindacati illustreranno ai capigruppo dell’Ars le tre proposte per altrettanti provvedimenti di legge: per la promozione della crescita economica e dell’occupazione, specialmente giovanile; per la riorganizzazione della sanità attraverso la medicina del territorio e l’integrazione socio-sanitaria. Per il taglio “strutturale” del 50% in tre anni, dei costi della politica. Lo stesso documento di analisi e proposte, sarà consegnato al governo regionale, a Palazzo d’Orleans.
 
E un’altra protesta bussa alle porte di Palazzo dei Normanni perché i rappresentanti delle “forchette rotte” non hanno potuto incontrare il Presidente dell’Ars Cascio e non hanno potuto consegnare le firme raccolte per chiedere il dimezzamento degli emolumenti dei deputati regionali. All’Ars intanto sono state prorogate di tre mesi, ma per la prima e ultima volta, le due commissioni d’inchiesta sull’informatizzazione alla Regione e sulla formazione professionale.

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