Nella città turistica siciliana per eccellenza è dibattito, gli albergatori temono l’effetto negativo di ritorno. Preventivata l’entrata di oltre 600 mila €, ma per il 2012 si annunciano disdette
TAORMINA (ME) – Quando l’economia è in crisi, torna di moda il leitmotiv di “aumentare le tasse”. Se ne discute a Roma per la manovra finanziaria ormai legge, e se ne parla anche in Sicilia ed in particolare a Taormina, uno dei distretti turistici più importanti se non il primo per presenze turistiche, con la paventata introduzione della tassa di soggiorno.
Da quando, infatti, i Comuni hanno la possibilità di far cassa introducendo il balzello sui pernottamenti grazie alle nuove norme sul federalismo fiscale, nel taorminese non si parla d’altro. Non solo la Perla dello Ionio, ma anche i Comuni limitrofi di Giardini Naxos, Letojanni e Castelmola la stanno prendendo in considerazione e, in un recente vertice, i quattro sindaci hanno espresso la volontà di adottare una misura univoca a partire dal 2012, d’accordo con gli albergatori che non hanno però gradito i primi passi mossi da Giardini e Taormina. A Giardini Naxos, infatti, dopo la proposta di giunta e il sì del Consiglio comunale, la famigerata tassa di soggiorno era già entrata in vigore in piena stagione estiva al “prezzo” di 1 euro a presenza negli alberghi a 4 e 5 stelle e di 0,50 cent in tutti gli altri. Da qui le proteste degli operatori turistici che hanno costretto l’assemblea a varare lo stop fino al prossimo anno, in cambio di circa 20 mila euro in servizi che gli albergatori della cittadina rivierasca si sono impegnati a garantire.
A Taormina, invece, la tassa di soggiorno fin ora è rimasta solo tra i tavoli della giunta, con l’auspicio di introdurla nel periodo aprile-ottobre 2012 dopo il passaggio in Consiglio. I balzelli si quantificherebbero in due fasce così come a Naxos, per un introito di base di almeno 500 mila euro. Considerando che a Taormina nel 2010 hanno pernottato 841.117 turisti, ad una tassa media di 0,75 centesimi a presenza si arriverebbe già ad incassare oltre 630 mila euro. Risorse che sarebbero comunque vincolate per venire reinvestite nello stesso settore in servizi e promozione.
Chiaro però che aumenterebbero i costi al pubblico, nell’ordine del 10-12%, in seguito all’aumento delle tariffe alberghiere di circa l’1,5%. E il mercato difficilmente comprende il surplus, soprattutto quello straniero dove i tour operator hanno già cancellato diversi voli su Taormina per il 2012.
Secco dunque il “no” al balzello da parte degli albergatori. “Con queste previsioni saremo costretti, l’anno prossimo, a ridurre il personale almeno del 10% – ha detto Sebastiano De Luca, presidente di Confindustria alberghi Sicilia, oltre che proprietario di diversi alberghi nella Perla. Lo stesso De Luca ha già presentato al governatore Raffaele Lombardo il marchio promozionale “Sicilia No Tax” che, partendo dal comprensorio taorminese punta a bloccare la tassa di soggiorno in tutta la regione.