Cattive abitudini alimentari il ruolo delle mense scolastiche - QdS

Cattive abitudini alimentari il ruolo delle mense scolastiche

Antonio Borzi

Cattive abitudini alimentari il ruolo delle mense scolastiche

venerdì 23 Settembre 2011

Bevande gassate e merendine: ecco cosa incide negativamente sulla forma fisica dei più piccoli e non solo. Lotta all’obesità: resistere alla tentazione del bis e attenzione alla porzionatura

PALERMO – Risuonano le campanelle nelle scuole, sempre più affollate grazie agli interventi della Gelmini, siciliane. Con l’inizio delle nuove lezioni si torna a parlare anche di corretta alimentazione per gli studenti isolani che, anche a causa del lavoro che coinvolge ormai costantemente i due genitori, saranno impegnati a scuola durante tutto l’arco della giornata.
Una vita insomma che si svolgerà per gran parte della giornata fra le quattro mura dell’edificio scolastico e l’attenzione cresce su cosa ingeriranno i giovani siciliani. Una riflessione non di poco conto se si nota come il cambiamento delle abitudini alimentari di tutti i giorni si stia inserendo prepotentemente nei banchi di scuola. I genitori guardano con un po’ di nostalgia quei panifici dove la classica brioche con lo zucchero e la focaccia erano i bocconi prelibati. Mentre infatti qualche anno fa erano appunto i piccoli a richiedere questi prodotti ai propri genitori oggi non si sente fiatare nessuno in questa direzione. Le merende sembrano essere state conquistate con una facilità disarmante dai prodotti confezionati, dalla grande produzione industriale e con una pubblicità roboante soprattutto legata al cartone animato preferito.
La vera partita però si gioca all’interno delle mense scolastiche. Qui le cose si complicano e non poco. Ha fatto discutere e non poco ad esempio la direttiva del ministero della Pubblica Istruzione  che afferma come “È determinante che gli addetti alla distribuzione siano adeguatamente formati sulla porzionatura e distribuiscano gli alimenti con appropriati utensili (mestoli, palette o schiumarole che abbiano la capacità appropriata a garantire la porzione idonea con una sola presa) o in un numero prestabilito di pezzi già porzionati”. E il famoso bis? Lotta senza frontiere ai piccoli impertinenti che chiedono a gran voce un’altra pozione di pasta! Il motivo? Lottare l’obesità.
E i dietologi sono insorti contro questa nuova misura. Se il pranzo è più abbondante poco o nulla incide sulla forma fisica dei piccoli ma il vero problema si trova all’interno dei frigoriferi italiani con una quantità impressionante di bevande gassate, prodotti industriali e altri elementi dallo scarso valore nutrizionale ma dall’appeal non indifferente.
A tutto questo si somma una perdita costante delle ore di educazione fisica all’interno delle mura scolastiche. L’attività sportiva infatti è vista come un inutile optionale per i giovani italiani e sta contribuendo in modo preponderante a far aumentare il peso dei figli italici.
 


L’iniziativa. Coldiretti, a scuola il cibo a km 0
 
In Sicilia, terra dalle bontà eccellenti e dalla forchetta sbarazzina, si fa strada anche un’idea molto importante: portare nelle mense scolastiche il cibo a km 0. Una proposta firmata Coldiretti e che sta prendendo sempre più piede. In questo modo si verrebbe incontro ai contadini isolani e si permetterebbe ai piccoli studenti di gustare i buoni sapori della nostra terra.
Insomma, sembra non fermarsi la corsa ai chili di troppo per i giovani siciliani che vedono sempre più distrazioni in tv e puntano ai prodotti attraenti. In tutto questo giocano un ruolo non di poco conto i genitori che spingono sempre più i piccoli a mettere sotto i denti di tutto sfoggiando l’equazione del più mangi meno stai. Infatti da questo punto di vista si deve valutare anche come fare ore di attività fisica diventi inutile se al ritorno a casa si viene accolti con merendine e parmigiane.
Una tematica quella del cibo a scuola e di una corretta attività fisica di non poco conto che oggi può apparire superflua ma che col tempo diventerà preponderante vista la grande incidenza della forma fisica in malattie come quelle cardiocircolatorie che incidono non poco sulle casse della previdenza pubblica. Giusto dunque riprendere le vecchie e sane abitudini magari gustando della buona frutta in una passeggiata all’aria aperta.

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