Scuola. Nuovo anno scolastico con i soliti problemi.
Rapporto Ocse. Nessun allarme “classi-pollaio”, tempi d’istruzione più lunghi, percentuale del Pil destinata all’istruzione tra le più basse dei paesi Ocse, istituti non sottoposti a valutazioni sull’operato svolto.
Qualità, non quantità. In Italia la proporzione tra studenti e insegnante è di 10,7 al livello primario, di 11 al secondario. Sempre al di sotto della media Ocse (16 e 13,5). E allora, perché ci si lamenta dei tagli?
è suonata ufficialmente giovedì 15 settembre la prima campanella per gli studenti siciliani, ma dopo un anno di chiacchiere, di proteste, scioperi e aggiornamenti di graduatorie, la qualità della scuola nella nostra regione resta immutata. Bocciati gli studenti sui quali, dopo il deludente esordio agli esami di licenza media delle prove Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), si cerca di fare il punto della situazione sul grado di preparazione dei ragazzi.
Tante sono le tabelle e i numeri che riassumono i pessimi risultati ottenuti a livello nazionale. Al primo posto gli studenti di Veneto e Friuli Venezia Giulia, quelli peggiori proprio i ragazzi siciliani e calabresi. Le tabelle non ci dicono perché gli studenti sono più bravi in alcune regioni che in altre. (
continua)