“La riforma è iniziata sotto i miglior auspici e devo dire che la svolta c’è. L’adeguamento al cambiamento non è mai semplice e richiede i suoi tempi, ma abbiamo saputo affrontare tanti nuovi aspetti, anche i rischi di disarmonia tra il personale a causa degli accorpamenti, soddisfacendo le esigenze di tutti i 3200 dipendenti. È chiaro che ognuno ha la sua storia, le sue rivendicazioni, ma si verrà premiati in base ai risultati sul campo, in base alla meritocrazia. Comunque non abbiamo lesinato su nulla di ciò che riguardava il servizio al cittadino, che è quello che garantisce la qualità dell’assistenza e rappresenta la nostra mission”.
“C’è stata una riduzione significativa della mobilità passiva, un problema che soffrivamo molto in termini di credibilità e di bilancio. Sempre meno pazienti decidono di andarsi a curare altrove preferendo le cure dei medici dei nostri ospedali. Dal settembre 2009 al primo semestre 2011 siamo passati da 58 milioni di euro a 48 milioni di euro in un trend di costante diminuzione. Al contempo abbiamo accresciuto la nostra attrattività, conteggiabile in un milione e 500 mila euro grazie al lavoro competente dei nostri medici e ai nostri primari che abbiamo scelto proprio in base alla loro professionalità”.
“Abbiamo una eccellente ortopedia il cui primario è il dottor Roberto Varsalona uno dei protagonisti dell’inversione di tendenza per quanto riguarda l’attrattiva dell’ospedale di Siracusa. Poi abbiamo avuto un’altra importante eccellenza per l’emodinamica. Non esisteva questo reparto, l’ho costituito io facendo una struttura complessa dopo mille peripezie, ma era necessaria per distinguere i momenti di cura del cuore. Non posso non menzionare, poi, la ginecologia di Augusta-Lentini”.
“Il presidente Lombardo ha garantito tutto ciò che si poteva garantire anche per evitare che qualcuno pensasse che l’ospedale di Augusta potesse chiudere, nessuno ha mai detto di volerlo fare. Anzi, abbiamo integrato i posti letto e il risultato finale è 118 posti letti letto ad Augusta e 122 a Lentini”.
“Quando parlo dell’ospedale di Lentini quasi mi emoziono, perché è come una zucca che si è trasformata in carrozza. Dal 2009, dopo aver risolto tutti quei contenziosi che ci hanno fatto perdere un sacco di tempo, abbiamo completato tutti passaggi per avere un finanziamento di 5 milioni di euro dal ministero della Salute che poteva rappresentare la classica buccia di banana per la burocrazia, ma che ci servivano per arredare l’ospedale. Entro il giugno 2010, come da accordo con il Ministero al fine di ottenere il denaro, abbiamo aggiudicato la gara e poi sono partiti tutti gli ordini. Il 17 ottobre, giorno dell’inaugurazione, rappresenta una data importante soprattutto per il circondario Lentini, Carlentini, Francofonte. Sarà una data storica. Siamo stati concreti, ci abbiamo creduto e oggi è realtà. Abbiamo già fatto una anteprima con il congresso regionale di chirurgia e per migliorare il posto, abbiamo anche fatto una convenzione con la forestale per piantare degli alberi, che sono ancora piccoli ma cresceranno trasformando l’intera zona in un parco naturale”.
“L’ho trovata senza personale, ma con i reparti arredati e invece adesso ci sono 8 medici, 16 infermieri, 12 ausiliari e personale per i macchinari. C’è stato un investimento economico notevole, ma abbiamo salvato tante vite umane e per questo non c’è prezzo, dobbiamo sempre offrire servizi ai cittadini”.
“Il bilancio dell’Asp si chiude in maniera estremamente positiva per tutto quello che abbiamo fatto. C’è stato un spostamento di 900 mila euro a fronte di un bilancio di circa 650 milioni di euro. Spostamento che tra l’altro, è stato apprezzato anche dall’assessorato regionale. Purtroppo, però, alcune cose potevano produrre una economia se individuate in tempo utile, ma non l’hanno fatto. Se avessimo pianificato gli interventi e le attività entro il giugno 2010, sicuramente avremmo ridotto i costi, invece che perdere tempo in contenziosi che comunque abbiamo risolto positivamente”.
“Stiamo seguendo lo stesso percorso dell’anno scorso e la situazione è ottimale. Abbiamo superato le verifiche intermedie dell’assessorato regionale per il recupero dei vecchi debiti che ammontano a 13 milioni di euro. Il problema è che all’inizio li dovevamo recuperare in tre anni, dal 2010 al 2012, ma adesso ci è stato chiesto di farlo in due. Dobbiamo considerare che in una logica di sostituire le sofferenze umane e l’assistenza in corsia con l’equilibrio dei bilanci contabili, ahimè non so quale potrà essere il futuro. Gli sprechi li abbiamo ridotti completamente, ma non possiamo andare al di sotto dei minimi necessari per una buona assistenza”.
“Ci sarà una definizione di tutta l’alta tecnologia che riusciremo ad avere grazie ai fondi europei, dalla risonanza magnetica alla pet per individuare patologia tumorali, alla radioterapia”.