Elenco società partecipate dopo il piano di riordino. Il decreto dell’assessore Armao sulla Gurs 43/2011. Riorganizzazione degli enti approvata da Giunta e Commissione Bilancio Ars
Palermo – Sono quattordici le società a totale o maggioritaria partecipazione della Regione. La metà, rispetto alla galassia di enti, oggetto del piano di riordino dell’assessorato Economia (legge 11 del 12 maggio 2010, articolo 20).
La riorganizzazione delle partecipate è stabilita dal decreto del 28 settembre, firmato dall’assessore Gaetano Armao (Gurs 43 del 14 ottobre).
Il piano, che mira al risparmio della spesa pubblica, è stato approvato dalla Giunta di governo ed ha avuto il parere favorevole della commissione Bilancio dell’Ars. Le società (articolo 1) corrispondono ad altrettante aree strategiche. Il personale degli enti da dismettere, in servizio al 31 dicembre 2009, viene trasferito agli enti interessati al riordino, “senza aggravio di costi”. Inoltre, sono vietate “nuove assunzioni”.
L’articolo 2 entra nel dettaglio della riorganizzazione. L’Ast, area trasporti pubblici, mantiene la configurazione giuridica interamente pubblica.
Successivamente, previo piano dei trasporti pubblici locali, con un percorso di partenariato pubblico-privato la Regione procede “alla dismissione della partecipazione azionaria”.
Beni Culturali, area servizi ausiliari, rileva attività e personale degli enti in liquidazione Multiservizi e Biosphera. Trasformata in società consortile per azioni, con il nuovo nome Servizi ausiliari Sicilia, opera con la modalità dell’in house providing.
Nell’area Promozione immagine è mantenuta Cinesicilia che incorpora Quarit, integrando l’attività con la promozione del territorio.
Nell’area Sviluppo e innovazione c’è Sviluppo Italia Sicilia, mantenuta per assicurare il trasferimento alla Regione di risorse economiche nazionali per nuove imprese. La Regione potrebbe inglobare Sviluppo Italia Sicilia in Irfis FinSicilia, area credito, con la trasformazione dell’Irfis in società finanziaria interamente pubblica.
Sicilia e-Servizi che si occupa del piano tecnologico regionale, fa capo all’area Attività informatiche e Ict. Sicilia Patrimonio immobiliare è nell’area Gestione e valorizzazione immobili.
Sicilia Emergenza-Urgenza Sanitaria si trova nell’area Servizi di emergenza sanitaria.
Serit incorpora Riscossione Sicilia nell’area Servizi di riscossione dei tributi e ne assume il nome. L’area Ricerca mantiene Sicilia e-Ricerca per lo sviluppo del tessuto economico e produttivo delll’Isola. Siciliacque, area Captazione, adduzione e potabilizzazione, è mantenuta “medio tempore”, nelle more dell’assetto normativo delle attività.
Mercati Agroalimentari fa capo all’area Settore agroalimentare e per “effettivi margini di redditività” deve operare con un “articolato piano industriale”. Il Parco scientifico e tecnologico è nell’area Salvaguardia del territorio e ambiente. Lavoro Sicilia entra nella nuova area strategica Politiche attive del lavoro. Un richiamo al contenimento della spesa pubblica delle società partecipate è avvenuto recentemente con la circolare dell’assessore Armao 9 del 12 ottobre, pubblicata sulla Gurs di venerdì 21 ottobre.
Trasparenza e tempi certi dei procedimenti ex L.r. 5/11
L’articolo 10 del decreto dell’assessorato Economia sul riordino delle partecipate, pubblicato sulla Gurs del 14 ottobre, tratta il tema della trasparenza nei confronti del cittadino e delle imprese. Stabilisce che le società regionali a totale o prevalente capitale pubblico devono adeguare la propria organizzazione e le attività di natura amministrativa alle disposizioni della legge regionale 5 del 5 aprile 2011 sulla semplificazione della burocrazia. Questi enti, secondo gli atti di indirizzo degli assessori all’Economia e alla Funzione pubblica, devono attenersi ai criteri indicati dalla legge 5/2011 in materia di termini di conclusione del procedimento, di accesso ai documenti e di tutte le questioni in materia di trasparenza amministrativa.
Per ciascun tipo di procedimento adottato, le partecipate devono provvedere “con apposito regolamento a fissare i tempi massimi di durata (non superiori a 60 giorni ovvero a 150 giorni), oltre il termine di 30 giorni entro cui concludere i procedimenti di natura amministrativa. Ogni società partecipata, obbligata al rispetto della norma in argomento, “individua al proprio interno un soggetto deputato a verificare e monitorare la corretta applicazione della norma, stante che la mancata o ritardata emanazione del provvedimento costituisce elemento di valutazione della responsabilità dirigenziale”. Il termine per la conclusione del procedimento è “reso pubblico con mezzi idonei e, in ogni caso, è immediatamente pubblicizzato attraverso i siti web istituzionali”.
Italkali da dismettere perchè istituzionalmente non strategica
Palermo – L’articolo 3 del decreto del 28 settembre sul riordino delle società prevede la dismissione di “partecipazioni non strategiche”. è il caso di Italkali, azienda di sali alcalini. Entro 180 giorni dalla pubblicazione del decreto sulla Gurs, stabilisce il comma 1 del provvedimento a firma dell’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, “con l’obiettivo di massimizzare l’introito economico per l’erario regionale, la Ragioneria generale della Regione provvede ad avviare sulla base delle direttive dell’assessore tutte le procedure necessarie alla dismissione della partecipazione della Regione siciliana strategicamente non rilevante per il perseguimento dei fini istituzionali”. Alla dismissione si procede con la nomina di un advisor per la determinazione della quota azionaria, nonché per la scelta dell’acquirente che avverrà “attraverso procedure di evidenza pubblica”. Italkali, si legge nel sito dell’azienda, ha chiuso il 2010 con un fatturato di 88 milioni di euro, in crescita del 18,7% rispetto al 2009.
L’organizzazione, l’adeguamento degli statuti, i servizi che riguardano le società partecipate della Regione sono i temi trattati dall’articolo 4 del decreto. Nella seconda parte vengono definite le azioni di verifica delle attività.
Ai fini del controllo da parte della Regione, e in “special modo su quelle destinatarie di affidamenti in house”, ogni società deve trasmettere alla Ragioneria generale una serie di documentazioni: relazione semestrale sulla gestione e sui dati economico patrimoniali e finanziari; copia di tutte le operazioni superiori a 25 mila euro (gare, contratti di fornitura di beni e servizi e varie); atti riguardanti emolumenti, variazioni di contratti del personale nei 15 giorni precedenti l’adozione del provvedimento; un report economico suddiviso per centri di costo analitici e un rapporto sui flussi di cassa e sulle operazioni di carattere finanziario; un report con gli indicatori di efficienza, efficacia e qualità dei servizi condivisi con i dipartimenti che erogano il servizio, oltre il memorandum sul sistema di controllo di gestione in vigore.
La mancata trasmissione dei documenti – stabilisce l’ultimo comma dell’articolo 4, o una documentazione “non veritiera o incompleta da parte delle società che gestiscono i servizi affidati in house providing costituisce “giusta causa per la revoca del mandato del legale rappresentante e va valutata ai fini dell’eventuale azione di responsabilità”.
Ogni 6 mesi a Giunta e Ars lo stato d’attuazione del piano di riordino
La Ragioneria generale “vigila” sulla riduzione dei compensi degli organi amministrativi e di controllo delle partecipate. Lo stabilisce l’articolo 5 del decreto emanato dall’assessorato Economia. Previste le pari opportunità negli organi amministrativi e di controllo (articolo 6). Ogni sei mesi il ragioniere generale presenta una relazione sull’attuazione delle dismissioni (articolo 7) all’assessore all’Economia e alla commissione Bilancio dell’Ars.
Tra disposizioni, entro il 31 dicembre di ogni anno l’assessore all’Economia presenta alla Giunta regionale una relazione sull’attuazione del decreto e sull’attività di controllo che, dopo la presa d’atto dell’esecutivo regionale, viene trasmessa alla commissione Bilancio dell’Ars.
Numerose le limitazioni imposte per contenere la spesa pubblica (articolo 8). Non si possono affrontare spese per convegni, mostre, pubblicità e rappresentanza “per un ammontare superiore al 20% della spesa sostenuta nell’anno 2009”. Inoltre, le società devono ridurre le spese del 50% rispetto al 2009, per la stampa di relazioni e pubblicazioni varie. Sempre l’articolo 8 stabilisce che “ai dirigenti delle società è fissato un tetto massimo della retribuzione omnicomprensiva e globale annua in misura pari alla retribuzione minima omnicomprensiva corrisposta ai dirigenti generali della Regione, ridotta del 30 per cento”. Il mancato rispetto degli obiettivi di finanza pubblica fissati dalla Regione, comporta la “decadenza degli organi amministrativi”, può costituire “ipotesi di responsabilità erariale” e “azione sociale di responsabilità”. L’auto di rappresentanza non prevista dalle norme in vigore, determina la “responsabilità amministrativa degli organi sociali”.