Complesso termale di Acque Geraci. Dopo vent’anni, l’ennesimo “stop” - QdS

Complesso termale di Acque Geraci. Dopo vent’anni, l’ennesimo “stop”

Patrizia Penna

Complesso termale di Acque Geraci. Dopo vent’anni, l’ennesimo “stop”

sabato 03 Dicembre 2011

Il Distretto minerario ha accolto l’istanza di concessione dell’Azienda, ma l’assessorato regionale all’Energia ha respinto la pratica. Spallina, amministratore unico: “Fermati dalla burocrazia regionale”. L’assessorato: “Nessun veto”

PALERMO – È una verità universalmente riconosciuta quella secondo cui la promozione dello sviluppo economico ed imprenditoriale del territorio da parte delle istituzioni passa attraverso la fluidità delle procedure burocratiche di autorizzazioni e concessioni, in totale assenza o comunque riducendo al massimo tutti gli inutili cavilli, gli impedimenti ed i passaggi aggiuntivi che rallentano il raggiungimento dell’obiettivo e che non producono risultati ma solo inutili perdite di tempo. La vicenda che ha visto di recente protagonista le Terme Geraci Sicule ha purtroppo una trama di questo tipo e presenta tutte le caratteristiche dell’ennesima storia, tutta siciliana, di lentezza burocratica della macchina amministrativa regionale.
Veniamo ai fatti. Dopo 20 anni di istruttoria il Distretto Minerario di Palermo ha proposto di accogliere le istanze dell’Acqua Geraci e di concederle tutta l’area oggetto del permesso di ricerca ma i funzionari dell’assessorato Energia hanno rimandato indietro la pratica chiedendo all’Azienda il programma dei lavori e il progetto del complesso termale aggiornati, con l’inopinata precisazione che i tempi per realizzarlo non appaiono compatibili con la residua durata della concessione. L’amministratore unico di Acqua Geraci, Giuseppe Spallina, ha parlato di un’azione di boicottaggio ha scritto una lettera aperta all’assessore all’Energia, Giosué Marino.
Ecco un estratto della lettera: “(…) Antonio Mangia ed i fratelli Giaconia hanno costituito, con l’appoggio dell’attuale sindaco di Geraci Siculo Bartolo Vienna, una s.p.a. di cui controllano l’81% delle azioni col dichiarato fine di farle concedere una parte dell’area oggetto del permesso di ricerca e delle sorgenti che vi ricadono. Due giorni prima della costituzione della società di Mangia, i funzionari dell’assessorato Energia hanno rimandato indietro la pratica. Ciò conferma che si è omesso di deliberare sulle istanze dell’Acqua Geraci per un ventennio assecondando gli amministratori comunali geracesi che hanno boicottato l’Azienda. Eppure l’Acqua Geraci può realizzare il proprio complesso termale, eseguendo il progetto dell’arch. Francesco Taormina, pubblicato e descritto dalla Rivista Paesaggio Urbano nel mese di settembre dei 1998, entro tre anni dall’acquisizione definitiva ed incontestabile di tutte le necessarie autorizzazioni con l’impiego di 3 milioni di euro già accantonati in bilancio. Pertanto l’assessorato all’Energia trascura che dal 1992 l’Acqua Geraci ha chiesto ininterrottamente alle Autorità Minerarie, con varie istanze e con i programmi annuali dei lavori, la concessione dell’intera area del bacino minerario Pizzo Argentiera, da essa ricercato e scoperto negli anni Ottanta, evidenziando che l’insufficienza dell’acqua a disposizione vanifica i notevoli investimenti già effettuati.(…) Infatti il programma tecnico-economico, con cui l’Acqua Geraci ottenne la concessione di acque minerali è già stato realizzato con ingenti investimenti in strutture, macchinari, marketing e risorse umane, che conferiscono all’azienda ed al suo brand un valore già stimato in 75 milioni di euro, anche se ha dovuto limitare il mercato alla Sicilia centro-occidentale per mancanza d’acqua. è quindi innegabile che l’Azienda necessita di tutte le sorgenti ricadenti nell’area del permesso di ricerca perché l’impianto d’imbottigliamento ha una potenzialità di 11 litri al secondo. Di contro l’ultima verifica del Distretto Minerario ha accertato che lo stabilimento dispone di 1 litro al secondo e che ciò determina il blocco forzato degli impianti per molti giorni lavorativi all’anno.(…) A fronte di ciò l’Acqua Geraci chiede all’assessore all’Energia di comunicarle se intende accordarle la proroga trentennale della concessione dell’intera area ed impedire che la società del Mangia si possa appropriare gratuitamente del brand dell’ azienda sol perché gode di appoggi politici. In caso di inoppugnabile rilascio della concessione trentennale dell’intero bacino minerario l’Acqua Geraci provvederà all’immediato adeguamento del progetto dell’architetto Taormina ed agli altri adempimenti necessari, diversamente sarà costretta ad avvalersi di tutti i mezzi legali per tutelare i propri diritti ed interessi”.
Abbiamo interpellato sulla questione l’assessorato regionale dell’Energia: “Non esiste da parte nostra alcuna intenzione di replicare alla lettera di Spallina, l’aggiornamento del progetto è necessario ed è semplicemente questo che noi chiediamo. Non esiste nessun veto e non c’è la volontà di ostacolare l’Azienda”.
 


L’Azienda. Una realtà imprenditoriale consolidata
 
Quella delle Acque Minerali Geraci, è una realtà imprenditoriale consolidata nel nostro territorio.
Lungo una delle linee strategiche dei castelli normanni che definivano gli avvistamenti dalla costa all’interno, dall’alto della posizione che ospitò la fortezza teatro delle vicissitudini di Francesco Ventimiglia e delle sue lotte con i Chiaromonte per l’affermazione del proprio predominio su larga parte dell’Isola, si trova il territorio di cime e vallate aperte fino al mare in cui sgorga l’acqua oligominerale Geraci. Nel cuore del Parco delle Madonie a oltre 1.500 mt di altezza, le acque delle fonti oligominerali Geraci vengono convogliate in idonee tubazioni verso lo stabilimento i cui impianti completamente automatizzati e di nuova tecnologia provvedono ad imbottigliare l’acqua come sgorga dalle fonti, senza contatto fisico con gli operatori.

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