MADRID – Dopo l’infermiera ricoverata a Madrid con una diagnosi di ebola conclamata, ci sono altri tre pazienti sospetti sotto osservazione: anche loro sono ricoverati al Carlo III-La Paz di Madrid.
La direttrice della Salute pubblica Mercedes Vinuesa ha detto al Parlamento che le autorità stanno compilando una lista delle altre persone che potrebbero essere entrate in contatto con la donna affetta dal virus, in modo che possano essere monitorate.
Il ministero della sanità sta cercando di individuare le “fonti del contagio” del’infermiera di 44 anni di Madrid, il primo in Europa. “Esiste la possibilità che qualcuna delle persone entrate in contatto con lei si siano infettate”, ha riconosciuto in dichiarazioni a radio Cadena Ser il coordinatore del Centro di Allerta ed emergenze del ministero della Sanità, Fernando Simon. “Questo non comporta rischi per la popolazione, ma dobbiamo garantire che questa situazione non torni a prodursi”, ha aggiunto. Secondo il responsabile sanitario, “esiste la possibilità di contagio”, che “è bassa, ma esiste”. Il coordinatore del Centro emergenze del ministero della Sanità ha quindi confermato che si sta redigendo una lista delle persone entrate in contatto con l’infermiera per porle in isolamento, così come già fatto con il marito della donna, durante i 21 giorni in cui possono svilupparsi i sintomi dell’infezione.
Intanto il governo di Madrid dovrà spiegare alla Commissione Ue che cosa non ha funzionato nella prevenzione del virus e se sono stati rispettati tutti i protocolli previsti. La Spagna fornirà un primo chiarimento sullo svolgimento dei fatti. Al momento – spiega il portavoce Ue, Frédéric Vincent – è importante per noi acquisire tutte le informazioni dalla Spagna e capire come è potuto accadere il contagio, il primo in Europa, e qual è ora la situazione, visto che quest’ospedale madrileno, come tutte le strutture sanitarie, rispettano i protocolli di sicurezza”.
In un’intervista con Reuters, il direttore dell’Oms per la regione europea Zsuzsanna Jakab ha detto che nuovi casi di ebola in Europa sono “inevitabili”. Tuttavia, l’Europa ha la “migliore preparazione al mondo” per affrontare l’epidemia e controllarla. Inoltre, per Jakab l’Europa “è ancora a basso rischio”.
La direttrice della Salute pubblica Mercedes Vinuesa ha detto al Parlamento che le autorità stanno compilando una lista delle altre persone che potrebbero essere entrate in contatto con la donna affetta dal virus, in modo che possano essere monitorate.
Il ministero della sanità sta cercando di individuare le “fonti del contagio” del’infermiera di 44 anni di Madrid, il primo in Europa. “Esiste la possibilità che qualcuna delle persone entrate in contatto con lei si siano infettate”, ha riconosciuto in dichiarazioni a radio Cadena Ser il coordinatore del Centro di Allerta ed emergenze del ministero della Sanità, Fernando Simon. “Questo non comporta rischi per la popolazione, ma dobbiamo garantire che questa situazione non torni a prodursi”, ha aggiunto. Secondo il responsabile sanitario, “esiste la possibilità di contagio”, che “è bassa, ma esiste”. Il coordinatore del Centro emergenze del ministero della Sanità ha quindi confermato che si sta redigendo una lista delle persone entrate in contatto con l’infermiera per porle in isolamento, così come già fatto con il marito della donna, durante i 21 giorni in cui possono svilupparsi i sintomi dell’infezione.
Intanto il governo di Madrid dovrà spiegare alla Commissione Ue che cosa non ha funzionato nella prevenzione del virus e se sono stati rispettati tutti i protocolli previsti. La Spagna fornirà un primo chiarimento sullo svolgimento dei fatti. Al momento – spiega il portavoce Ue, Frédéric Vincent – è importante per noi acquisire tutte le informazioni dalla Spagna e capire come è potuto accadere il contagio, il primo in Europa, e qual è ora la situazione, visto che quest’ospedale madrileno, come tutte le strutture sanitarie, rispettano i protocolli di sicurezza”.
In un’intervista con Reuters, il direttore dell’Oms per la regione europea Zsuzsanna Jakab ha detto che nuovi casi di ebola in Europa sono “inevitabili”. Tuttavia, l’Europa ha la “migliore preparazione al mondo” per affrontare l’epidemia e controllarla. Inoltre, per Jakab l’Europa “è ancora a basso rischio”.
