I tre piani regionali Stella, Si.cu.ri e Pegaso, presentati nella sede palermitana di Confindustria Sicilia, coinvolgono 63 aziende. L’obiettivo è sviluppare una rete di competenze gestionali per aumentare l’attenzione delle imprese
CATANIA – Salute, sicurezza, ambiente. Puntare sulla cultura della prevenzione per imprese più competitive. Questo l’obiettivo dei tre piani formativi realizzati dalla società Civita di Catania, rivolti alle aziende, aderenti a Fondimpresa, il più importante tra i fondi interprofessionali per la formazione continua, costituita da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil.
I tre piani regionali “Stella”, “Si.cu.ri” e “Pegaso”, presentati nei giorni scorsi nella sede palermitana di Confindustria Sicilia, coinvolgono 63 aziende siciliane, con oltre 2.400 lavoratori dipendenti di cui la metà impegnati direttamente nell’attività di formazione. Mirano a sviluppare una rete di competenze gestionali, comportamentali e di processo con il coinvolgendo tutti gli attori socio-economici e istituzionali, per far sì che la formazione in materia di sicurezza e ambiente rappresenti il cuore delle strategie manageriali, facendo uscire le imprese da una condizione di perifericità e isolamento.
“Trovare la rispondenza delle aziende così forte è un dato, per certi versi inaspettato, ci riporta al tema della responsabilità sociale delle imprese – ha commentato la presidente della società Civita, Fernanda D’Amore – che aldilà di quello che appare in questo comporto siciliano così tartassato e non supportato, mostrano molta sensibilità e attenzione”.
“La sicurezza resta un investimento per le imprese – ha dichiarato Giovanni Catalano, direttore di Confindustria Sicilia. È importante anche sottolineare che questi tipo di formazione si contraddistingue per la velocità di risposta. Quando si parla di formazione continua è importante, cioè, che le imprese facciano interventi formativi quando ne hanno bisogno, non a distanza di sei mesi, un anno”.
Il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro, della salute e della salvaguardia dell’ambiente in Sicilia presenta ancora molte ombre e solo qualche luce. Dal rapporto regionale Inail 2010, infatti, resta sostanzialmente invariato il numero degli infortuni rispetto allo scorso anno, (un -0,11% di denunce presentate all’istituto nel 2010 34.285 rispetto alle 34.323 del 2009). In calo sono soprattutto gli infortuni nel settore delle costruzioni (-6,9%), un aumento, invece, nei comparti del commercio (6,7%), alberghiero (6,2%) e dei trasporti (3,9%). Per i casi mortali la flessione è stata molto più sensibile: sono 69, infatti, i lavoratori che hanno perso la vita a fronte dei precedenti 87: dunque, 18 in meno, per una contrazione del 21%.
Nel panorama siciliano Catania, Palermo e Agrigento si confermano le città più a rischio: Catania 7.303 infortuni, (+4,8% rispetto al 2009), Palermo 7.192 (+0,6% rispetto al 2009) Agrigento 2.799 casi (+6% rispetto al 2009). Enna è la città che registra la maggiore contrazione con 1.159 casi rispetto ai 1.306 del 2009 (-11,3%) seguita da Messina con 4.803 casi (-4,5% rispetto al 2009).
Tutte le altre città siciliane presentano un andamento decrescente o pressoché stabile rispetto al 2009. In aumento anche le malattie professionali, con 1.455 denunce rispetto alle 1.091 del 2009 (+33,3%). Messina ha il maggior numero di casi (363); seguono Caltanissetta con 195, Agrigento con 190, Palermo con 188 denunce ed Enna con 178. In definitiva, però i miglioramenti vanno attribuiti a casi episodici, mentre continuano a tardare processi stabili e duraturi.