Enti locali. Confronto Nord-Sud risultati desolanti.
Sproporzioni. I cittadini pagano il mantenimento degli apparati: nel Capoluogo, solamente il personale di Palazzo delle Aquile grava sul totale delle spese per un buon 22 per cento.
Benchmark. Al confronto con realtà gemelle del Nord Italia, emergono dati inquietanti: Genova e Firenze guardano al futuro e riescono a destinare alla spesa produttiva persino il 24 per cento.
PALERMO – Le spese degli apparati amministrativi continuano a “lievitare” inesorabilmente: questa la desolante fotografia dei due Comuni più popolosi e rappresentativi della Sicilia, Palermo e Catania.
Il Capoluogo sborsa in spese correnti ben 818,4 milioni di euro a fronte di soli 88 milioni di euro di spese in conto capitale. Sulle finanze del Comune etneo grava invece un enorme fardello di 517,8 milioni di euro di spese per rimborso prestiti pregressi e per il resto la situazione non è molto differente da quella palermitana: anche all’ombra del vulcano le spese correnti fagocitano quelle in conto capitale: le prime infatti ammontano a ben 446,1 milioni di euro, mentre le seconde si fermano a 78,8 milioni di euro. Molto diversamente è la proporzione nei Comuni benchmark del Nord Italia: Genova e Firenze.